Delle molte cose che mi piacciono di Python, probabilmente la migliore è il modo in cui si adatta al tuo cervello… in generale puoi ragionare attorno al linguaggio senza doverti preoccupare di incoerenze e eccezioni. Non direi di averlo pensato al momento di scegliere Python ma, se guardo indietro, questa sua adattabilità al proprio modo di pensare e al compito da svolgere può essere una buona ragione per cui lo uso ancora dopo tutti questi anni. Questa flessibilità è quasi sempre vantaggiosa e persino il più specializzato degli sviluppatori si ritroverà di tanto in tanto ad amministrare dati, assemblare insieme procedure eterogenee, accedere a informazioni attraverso una interfaccia di programmazione applicativa o cose così… ci sono utilizzi per i quali Python non è ottimale e comunque rimane uno strumento molto potente che chiunque dovrebbe avere nella propria cassetta degli attrezzi.
Un linguaggio semplice aiuta a concentrarsi sui dettagli
Ho studiato lingue antiche prima di programmare e qualche volta dico che mi sono spostata da una lingua buffa a un’altra… il fatto è che lo studio delle lingue antiche richiede pazienza, pensiero attento ai dettagli e capacità di dare un significato coerente a più dettagli riuniti assieme. Poi bisogna voler imparare e mettere alla prova differenti sintassi, modi diversi di esprimere un’idea. Tutte queste abilità sono molto utili per la programmazione. In effetti è proprio la ragione per cui molti anni fa le aziende informatiche reclutavano gli studiosi di lingue antiche. Quanto alla scelta di Python come linguaggio da insegnare, ho usato anche Pascal, C e Java. Il grande vantaggio di Python era la sua maggiore semplicità; più semplice da comprendere e da scrivere per gli studenti, che potevano arrivare a stendere codice senza dover passare da troppi preliminari. In 45 minuti potevo avere un’aula piena di tredicenni che scrivevano codice, contenti di farlo. Nella maggior parte degli altri linguaggi non potrei neanche sognarlo.
Consigli per studiare Python. E per insegnarlo
Ai docenti consiglio di focalizzarsi su che cosa gli studenti devono (o vogliono) usare, perché la motivazione è fattore potentissimo nell’apprendimento. Non insistete nel coprire aspetti del linguaggio che non sono rilevanti per gli studenti. Se sono coinvolti in quello che programmano, impareranno comunque le cose che gli servono, ma altrimenti si rischia di disamorarli e perderli. Agli studenti direi di non tentare di usare funzioni evolute solo perché pensano che siano evolute. I migliori programmatori sono spesso quelli che risolvono il problema con il codice più semplice. Concentratevi sui fondamentali e non pensate di dover creare classi, scrivere decorator o altro. Ci arriverete comunque presto e, se avete i fondamentali in mano, sarà più facile.
Python è qui per rimanere e sarà utile molto a lungo
Oggi sono chair di Python Software Foundation, la fondazione che lavora alla crescita e al futuro di Python. Il ruolo del consiglio direttivo è garantire la disponibilità delle risorse e della pianificazione che soddisfa la propria missione di proteggere la proprietà intellettuale di Python e far crescere la comunità. Il mio ruolo è garantire che il consiglio sia fedele al proprio ruolo; ci sono riunioni da programmare e attuare, discussioni su strategie e obiettivi che vanno coordinate, membri del consiglio da coadiuvare e a volte aiutare a esercitare le proprie responsabilità. Inoltre rappresento il punto di contatto principale tra il consiglio e la direzione esecutiva. È sempre affascinante comprendere come funziona un’organizzazione e come chair sono riuscita a vedere come funzionano tante comunità Python nel mondo. A dirla tutta è una delle parti che preferisco della mia carica: toccare con mano l’enorme energia ed entusiasmo delle comunità Python di tutto il mondo che si formano, crescono e si sviluppano. Lavoriamo per il futuro e lo dimostrano anche i cambiamenti successivi all’abbandono della carica di benevolent dictator da parte di Guido van Rossum, il papà di Python, la scorsa estate. Nei mesi seguenti gli sviluppatori principali hanno messo in opera un nuovo modello di governo del linguaggio. Ora è in carica uno steering council, composto da cinque persone, una buona guida per aiutare il linguaggio a progredire senza mettere troppo stress sulle spalle delle persone chiave nel progetto. Una delle cinque persone è proprio Guido, che continuerà a portare in Python la propria influenza e saggezza.
Uno strumento prezioso per la data science, che crescerà
Vista la continua crescita delle applicazioni di data science, e di Python come linguaggio di elezione per praticarla, prevedo una sempre maggiore attenzione verso Python e una comunità di sviluppo ancora più forte e diffusa. A proposito di data science, nel mio ultimo libro su Python ho scelto di includere capitoli aggiuntivi sulla amministrazione dei dati. Oggi è più rilevante che mai comprendere le basi di ripulitura, trasformazione e spostamento delle informazioni per gli utilizzi tipici della data science, e saperlo fare bene con Python è un vantaggio. Da programmatrice, docente, chairperson della Python Software Foundation e autrice, sono ottimista e curiosa del futuro che attende il mio linguaggio preferito. La crescita della data science, come già detto, rafforzerà ulteriormente la comunità. Sono anche molto entusiasta di vedere le molte nuove comunità Python che stanno formandosi ovunque, in Africa, America Latina e Asia. Sono ansiosa di vedere come crescono e occupano il posto che spetta loro nella comunità globale. Per quanto riguarda lo sviluppo del linguaggio, sono affascinata soprattutto dalle iniziative per affrontare la questione del Global Interpreter Lock e i modi per usare in modo efficiente i processori multicore. Python ha un futuro interessante.