Il Tribunal de grande instance di Lione, il 20 febbraio scorso, ha condannato un ex dipendente della società fornitrice di servizi Internet, ClaraNet, alla pena di 8 mesi di reclusione, con il beneficio della condizionale, e di 20.000 franchi di multa, per aver bloccato il sistema informatico della società dalla quale si era licenziato.
L’impiegato-pirata informatico – che dovrà pagare anche la somma di 300.000 franchi a titolo di risarcimento danni – tra il 22 aprile e il 3 maggio 2000, aveva inviato a ClaraNet ben 115 e-mail e più di 700 files, per un totale di 500 milioni di bytes, per vendicarsi della società che, secondo lui, non aveva riconosciuto i suoi meriti allorché aveva presentato le dimissioni.
La società ClaraNet aveva citato in giudizio l’autore di questo assalto elettronico, nonché la France Explorer, società sua concorrente che aveva assunto l’impiegato.
L’attacco al sistema informatico, infatti, era stato sferrato dal nuovo posto di lavoro, nel nuovo ufficio presso la France Explorer, alla quale perciò, era stato richiesto un risarcimento miliardario: 1 milione di franchi per il pregiudizio economico, 100.000 franchi per le spese determinate dalla mobilitazione di risorse necessarie per ripristinare la funzionalità del sistema e 1,4 milioni di franchi per la lesione dell’immagine commerciale della società vittima dell’atto di pirateria.
Il giudice, tuttavia, ha respinto le richieste di ClaraNet, sostenendo che l’impiegato aveva agito all’insaputa della società, che lo aveva in seguito licenziato.
Il comportamento dell’ex dipendente della ClaraNet, invece, pur rappresentando, secondo gli stessi legali della società, “un atto puerile commesso in un momento di debolezza”, è stato gravemente sanzionato dalla sentenza del Tribunale di Lione, che ha riconosciuto il danno causato dalla necessità di mobilitare una parte del personale per rimettere in servizio il sistema.