Da quando la rivoluzione MPEG-4 ha letteralmente invaso la Rete, i principali analisti hanno prospettato un futuro carico di successo per l’innovativo codec. Lo scenario, tuttavia, prevedeva l’assenza di una qualsiasi forma di concorrenza. Fortunatamente non è così: qualcuno ha lavorato in proprio per sviluppare un sistema di compressione video ancora più potente e, finalmente, ha presentato il risultato delle proprie fatiche.
Inaspettata protagonista della sfida tecnologica è Pulsent, una startup della Silicon Valley che ha annunciato di aver scoperto una nuova tecnologia di compressione video in grado di superare in termini di qualità lo standard MPEG-2. La nuova scoperta, a detta dei suoi inventori, permetterà di trasmettere video in streaming in qualità broadcast sulle normali linee ADSL ad 1 Gigabit: la nuova tecnologia, frutto di quattro anni di ricerche, possiede un’efficienza di oltre il 400% superiore allo standard MPEG-2 nel consumo di banda durante lo streaming.
La sfida sulle tecnologie di streaming non nasce a caso, in particolare per quanto riguarda le reti DSL. L’oggetto del contendere, ovviamente, è il futuro mercato del video on demand su reti a banda larga. I grandi produttori multimediali, infatti, vogliono estendere i servizi al maggior numero di clienti possibile, includendo anche gli utenti DSL non ancora raggiunti dalle reti in fibra ottica.
Il principale ostacolo per la scoperta di Pulsent, tuttavia, non è lo standard MPEG-2, ma l’MPEG-4, a detta dei suoi promotori presto in grado di raggiungere i medesimi livelli di compressione. È presto dire se si stia per aprire una guerra tra formati (che di solito giova agli utenti e accelera l’evoluzione tecnologica): l’unica certezza è che lo standard MPEG-4 ha già una capillare diffusione sul mercato e gode di un indubbio vantaggio iniziale.