La Commissione nazionale dell’informatica a delle libertà francese (CNIL) ha redatto un rapporto, pubblicato il 21 novembre 2002, che riporta i risultati dell’analisi di 325.000 messaggi indesiderati che gli internauti avevano inviato all’indirizzo di posta elettronica appositamente attivato, [email protected], dopo averli ricevuti, nell’ambito di un’iniziativa della CNIL, di cui si è già parlato in questa rubrica.
Dall’analisi di questi messaggi è stato rilevato che la maggior parte di essi è redatta in lingua inglese (circa l’85%), mentre solo il 7% era in lingua francese.
Quanto ai contenuti è emerso che la maggior parte dei messaggi non sollecitati promuovono servizi pornografici o chat line; in quest’ultimo caso, però, solo il 45% erano scritti in inglese, mentre il 55% erano in francese.
Infatti – precisa la CNIL – mentre i messaggi redatti in lingua inglese si occupano essenzialmente di promuovere servizi finanziari o sanitari, quelli francofoni sono per la maggior parte di contenuto pornografico.
Dall’inchiesta è anche emerso che, in genere, i mittenti sono piccole imprese che “utilizzano Internet come vettore privilegiato di comunicazione”.
La Commissione ha anche rilevato che gli utenti che attivano indirizzi di posta elettronica usufruendo di servizi gratuiti, in brevissimo tempo, vengono subissati dallo spamming.
La Commissione ha anche trasmesso al Procuratore della Repubblica un dossier relativo a cinque società, di cui una americana, che hanno ripetutamente violato le disposizioni contenute nella legge “Informatica e libertà” n. 78 del 17 gennaio 1978 in materia di protezione delle libertà individuali dai possibili eccessi nell’uso dell’informatica.