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Prudenti ma convinte, le PA europee abbracciano il pinguino

02 Febbraio 2005

Prudenti ma convinte, le PA europee abbracciano il pinguino

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Oltre a Vienna e Monaco, la 'soft migration' verso Linux procede anche in Norvegia

“Vogliamo che sia un successo, ma sarà il mercato interno a decidere”. Così la pensa Erwin Gillich, responsabile dell’IT presso la municipalità di Vienna. Dove nei prossimi mesi si andrà concretizzando la ‘soft migration’ da Microsoft verso Linux annunciata da tempo. Le autorità della capitale austriaca hanno cioè lasciato la decisione finale ai singoli dipartimenti, senza forzare la mano. A detta dello stesso Gillich, è improbabile che tutti i 7.500 PC dell’amministrazione passeranno alla piattaforma aperta. Ma si avrà comunque un notevole risparmio economico, a conferma del trend attivato da analoghe decisioni prese a Monaco di Baviera e a Bergen, seconda città della in Norvegia per grandezza e popolazione.

Sulle 16.000 macchine desktop attualmente in opera a Vienna, ne sono state identificate 7.500 in grado di usare OpenOffice, e di queste almeno 4.800 potrebbero migrare facilmente su Linux. Il dipartimento info-tech si è offerto di installare gratuitamente, a partire da maggio-giugno, programma e sistema open source, e richiederà tariffe gestionali ribassate a quegli uffici che li preferiranno a Microsoft Office e/o a Windows. Pur con simili vantaggi, si prevede che nel primo anno il passaggio della PA non interesserà più di qualche centinaio di macchine, con incrementi graduali in tempi successivi.

Nel complesso, dunque, ci si muove verso una migrazione soffice, senza voler creare eccessivi problemi a impiegati e utenti. Anche perché OpenOffice gira sia su Windows che su Linux, e considerando che la versione messa a punto, chiamata Wienux e basata sulla distribuzione Debian, conterrà delle modifiche onde apparire più simile a Windows. Altra decisione che trova fondamento nella riduzione delle spese. Anzichè ricorrere a distribuzioni commerciali quali Red Hat o Novell SuSE, si è optato per la versione Debian (gratuita e libera) perché “stabile, buona e facile da modificare”, ha spiegato ancora Gillich.

Com’è noto, la manovra viennese si pone in sintonia con simili trend, non solo in Europa. Va infatti ricordato che la municipalità di Singapore prevede il salto verso OpenOffice, pur mantenendo Windows come sistema operativo. Intanto entro il 2008 la città di Monaco porterà circa 14.000 PC su OpenOffice e Linux, mentre l’amministrazione parigina aveva previsto lo stesso per 17.000 macchine, prima di fare marcia indietro lo scorso ottobre perché la mossa avrebbe causato spese aggiuntive senza grosse migliorie per i servizi in oggetto. Mentre procede come previsto la migrazione delle macchine desktop in 100 scuole della norvegese Bergen, progetto che interessa circa 32.000 studenti. La maggioranza dei server delle rete didattica si appresta a passare al pinguino, e lo stesso accadrà per i database che ora girano su HP e Microsoft. Secondo Ole-Bjørn Tuftedal, chief technology officer cittadino, i costi in software e hardware relativi all’utilizzo di Linux sul desktop sono “significativamente inferiori,” e il sistema è “più sicuro contro i vandalismi, i virus e gli errori degli utenti”.

Il tutto arriva dopo prove sul campo effettuate in alcune scuole, con macchine dotate di Windows 2000 e Office 2000 oppure di SuSE 8.2, KDE 3.1 e OpenOffice 1.0. Pur se entrambi i sistemi operativi si sono dimostrati validi per l’ambito scolastico, i vantaggi di Linux si sono evidenziati rispetto a spese, sicurezza e usabilità. Senza contare che il formato non-proprietario rende utile e facile insegnare agli studenti l’esatto funzionamento del computer. “Il codice aperto di Linux aiuta nell’ambiente pedagogico, consentendo agli studenti di capire i vari formati e strumenti operando sperimentazioni dirette – insiste Tuftedal -. Lo stesso di quanto succede nei corsi d’ingegneria, se non possiamo guardare sotto il cofano e capire come e perché il motore non funziona, è impossibile migliorarlo”. Senza neppure dimenticare il notevole e rapido sviluppo del mondo Linux susseguitosi alle prove tecniche avviate da tempo dalle autorità di Bergen.

Comunque sia, anche in questo caso si è (giustamente) scelta la via della prudenza. Per motivi sostanzialmente pratici, la migrazione ha interessato finora soltanto i server. Se ciò avesse riguardato anche i desktop, gli studenti avrebbero avuto a disposizione solo pochi mesi per impararne l’impiego prima degli esami. E gli insegnanti usano pur sempre Windows per compiti amministrativi. Man mano però lo scenario andrà mutando, e nel 2006 si avrà l’inizio del passaggio a Linux dell’intera struttura municipale. Un piano che d’altronde non è una novità per la Norvegia: è accaduto nel paese di Sarpsborg, e lo si prevede in altre città che oggi usano Unix. “Sono parecchie le PA norvegesi che guardano a Linux a all’open source – conclude Tuftedal -. Anche se poi l’effettiva decisione di usarli dipende dalle risorse, dall’ampiezza dei dipartimenti IT e dalla capacità tecniche in loco”.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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