Stai per leggere il primo di una serie di articoli dedicati al redesign di un sito web. Non perderti il prossimo appuntamento: parliamo di come evitare di trasformare il lancio di un nuovo sito in un clamoroso autogol SEO.
Come si fa a rifare un sito?
Rifare un sito che esiste già, cioè fare un redesign, è sempre un’operazione delicata. Il redesign di un sito come quello su cui stai leggendo questo articolo, con un dominio del 1998, archivi sterminati, soluzioni tecniche sperimentali e autoprodotte in modo creativo nel corso di venti anni può rivelarsi una trappola mortale!
Come si fa a uscirne vivi?
Idee chiare, pazienza e compromessi sono gli ingredienti necessari. Per impastarli insieme servono tante professionalità diverse e complementari. Quello che dà un sapore speciale al risultato finale sono le lezioni imparate durante il processo. Per questo abbiamo deciso di condividerle, aprire le porte del nostro cantiere e farvi raccontare come sono andate le cose dalle voci delle persone che hanno lavorato con noi.
La parola a Dario Ferrari di Mentine, l’agenzia di Web redesign che di Apogeonline ha curato la parte di Frontend Design & Development. Cerchiamo innanzi tutto di fare un po’ di ordine: quali sono gli step essenziali del processo di redesign di un sito web?
I passi fondamentali: ricerca, analisi, progettazione e prototipazione, sviluppo
La fase di ricerca, chiamata anche scoperta, consiste essenzialmente in un sacco di domande; si cercano, fuori e dentro l’azienda, tutte le informazioni (e i dati!) che possono aiutare a fare delle scelte giuste e consapevoli. Gli ambiti principali di ricerca sono: gli utenti che utilizzeranno il sito, l’azienda e i suoi obiettivi, i contenuti coi quali costruiremo le pagine e la concorrenza, per capire come siamo posizionati rispetto allo status-quo.
Tutto questo materiale viene dato in pasto all’analisi, che sintetizza una migliore comprensione delle ragioni che hanno portato a ridisegnare il sito e produce un elenco di problemi da risolvere e di sfide da affrontare.
A questo punto comincia la fase creativa di generazione delle idee, la progettazione: come possiamo risolvere i problemi identificati? Tutte le proposte vengono messe sul tavolo e valutate. Le migliori confluiscono all’interno di alcuni elaborati fondamentali.
- Content strategy, ovvero tutte le regole con le quali produrre e diffondere i contenuti sui diversi canali. Dal tono di voce alle parole chiave SEO friendly. Fondamentale per gestire la crescita del sito.
- Architettura dell’informazione, ovvero l’organizzazione dei contenuti, la struttura del menu, la gerarchia delle informazioni all’interno della singola pagina. Indispensabile per creare percorsi di navigazione del sito e per rendere le informazioni facili da trovare. Un’architettura ben fatta si trasforma in una esperienza utente scorrevole e piacevole.
- Stile visuale, l’insieme di font, segni e colori che ti identifica, che rende il progetto immediatamente riconoscibile anche con un colpo d’occhio e che dev’essere armoniosamente applicato a pagine web accessibili, semplici da usare e belle da vedere.

Alcuni test prodotti da Mentine per valutare la palette colori e la struttura del menu.
Con questi tre strumenti si passa alla fase di prototipazione dei modelli che costituiranno le pagine del sito.
I prototipi possono essere di vario tipo: schizzi su carta, wireframe navigabili, immagini mockup. Noi di Mentine preferiamo prototipare direttamente all’interno del browser. In questo modo possiamo navigare e testare realmente le nostre idee ed è più facile anche per i nostri clienti comprendere quale sarà il risultato finale, visibile su tutti i tipi di dispositivi. È più impegnativo, ma evita di avere dubbi durante la successiva fase di sviluppo, dove i modelli prototipati vengono montati sulla piattaforma CMS o ecommerce scelta dal cliente.
Il redesign di un sito spesso è una sfida più complessa del “semplice” design
Nel tentativo di mantenere in vita il vecchio facendo spazio al nuovo, si corre il rischio di dare vita a un nuovo Frankenstein!
Il pericolo più comune è non aver chiaro perché si sta facendo il redesign
Spesso si ha la sensazione che il sito sia inadeguato, vecchio, tecnologicamente obsoleto (e spesso è verissimo) ma non si ha chiaro quali sono i nuovi obiettivi che il sito deve avere. Vendere di più? Generare richieste di contatto? Semplificare la gestione della comunicazione interna? Raggiungere più persone?
Senza obiettivi chiari il design rischia di ridursi a un puro intervento cosmetico, che nasconde i problemi ma non li risolve.
Un altro pericolo è non conoscere le performance attuali del sito
Che numeri sta facendo? Cosa pensano, per davvero, le persone che lo usano? Quali contenuti sono apprezzati e/o ben posizionati sui motori di ricerca? È meglio rifare tutto integralmente o fare piccole modifiche puntuali?
Conoscere la situazione di partenza è fondamentale per capire quali siano i passi da fare e la direzione da prendere per arrivare all’obiettivo.
Mini redesign checklist
Per non inciampare in queste trappole si può provare a seguire questi passaggi:
- definire gli obiettivi aziendali, possibilmente in modo da poterli verificare misurando;
- definire chi sono e che obiettivi hanno gli utenti, possibilmente chiedendolo ai diretti interessati (possono andar bene anche i commerciali, ma non fidarti troppo);
- valutare quanti contenuti sono disponibili, quali sono veramente usati dagli utenti, quali tenere e quali sarebbe giusto eliminare;
- definire la differenza con la concorrenza e il benchmark di confronto;
- analizzare i dati a disposizione e capire cosa possono dire in termini di insight;
- mappare lo stack tecnologico del sito e valutare quanto è congruo alle esigenze aziendali.
Ricerca i punti di forza e valorizzane l’unicità
Quando si ha a che fare con un brand consolidato e con una lunga storia alle spalle come Apogeonline la cosa più difficile è entrare in sintonia con l’identità e i valori che lo costituiscono, in modo da poterli preservare e infondere nel progetto.
In particolare, quando si lavora a un ecommerce, è sempre forte la tentazione di cedere alle scorciatoie invasive per la vendita ossessiva (banner, popup, promozioni-compra-subito!), che magari funzionano nel breve, ma alla lunga possono svilire e svalutare un brand.
Comprendere i punti di forza dell’offerta e valorizzarne l’unicità, in modo da renderla semplice da comprendere e facile da fruire è stata sicuramente la sfida più difficile.
L’approccio è sempre lo stesso: un’applicazione rigorosa del processo di design; grazie a una precisa definizione del perimetro del problema si riesce a trovare la quadratura del cerchio e dare la giusta importanza a ogni singolo blocco di informazione. La sintesi più alta di questi ragionamenti è sicuramente la pagina di presentazione del singolo libro.
La lezione principale che ho appreso durante i lavori ad Apogeonline è la conferma che il valore in un progetto nasce solo se c’è co-creazione, se si riesce a lavorare con il cliente e non per il cliente. Quando la relazione è sincera e collaborativa è anche generatrice di creatività e di concretezza.
Hai letto il primo di una serie di articoli dedicati al redesign di un sito web. Non perderti il prossimo appuntamento: parliamo di come evitare di trasformare il lancio di un nuovo sito in un clamoroso autogol SEO.
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