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Progettare i farmaci al computer

28 Maggio 2002

Progettare i farmaci al computer

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Dopo aver passato quasi 35 anni a studiare nuovi farmaci in modo tradizionale, William Graham Richards ha finalmente "scoperto" il computer e inventato una nuova metodologia di ricerca: la "computer aided drug design"

William Graham Richards, preside della Facoltà di chimica dell’Università di Oxford, 62 anni che non gli daresti e uno stile assolutamente “old english”, in realtà, i computer li conosce abbastanza bene, visto che si interessa di elettronica fin dagli anni Sessanta; ma non era mai riuscito a sfruttarne appieno le potenzialità per aiutare i chimici e i farmacologi che studiano le nuove molecole alla base dei medicinali anticancro. Anziché godersi gli ultimi anni di carriera nelle ovattate atmosfere del prestigioso ateneo britannico, Richards ha insistito in questa direzione fino a riuscire a trovare il punto di contatto tra bit e chimica molecolare, ovvero servirsi dei computer per fare quei milioni e milioni di calcoli necessari a individuare alla perfezione la conformazione molecolare di un nuovo farmaco.

Professor Richards, lei è uno dei leader a livello mondiale del “computer-aided drug design”, ci spiega di cosa si tratta?
“È una nuova e sofisticata tecniche di predizione delle strutture di macromolecole biologiche, come proteine o acidi nucleici che potranno infine diventare farmaci antitumorali. Coloro che studiano i nuovi farmaci anticancro, prima devono individuare la proteina “impazzita” che contribuisce alla proliferazione delle cellule tumorali, poi occorre studiare il modo di bloccarla attraverso un apposito farmaco. È come un puzzle: trovata la “proteina-bersaglio” si procede a realizzare la “molecola-farmaco” che ne inibisce l’attività”.

E il computer come vi aiuta?
“Per ogni proteina le molecole-farmaco possono essere centinaia di migliaia e, anche disponendo di potenti supercalcolatori, possono passare anni prima di trovare quella adatta. Perché allora non suddividere il lavoro fra una nutrita schiera di “computer volontari”? Analogamente a ciò che era già stato organizzato per il progetto Seti (ricerca della presenza di segnali di vita extraterrestri), io e i miei collaboratori abbiamo realizzato uno speciale salvaschermo che, nei lassi di tempi in cui il computer non viene impiegato in altre elaborazioni (di notte, nella pausa pranzo, durante una riunione…) si attiva e ne utilizza le risorse per effettuare i calcoli a sostegno della ricerca sulle molecole-farmaco”.

Dunque è come se il “pagliaio in cui cercare l’ago” venisse ripartito in tanti piccoli mucchietti…
“Esatto. In ogni singolo computer (purché connesso a Internet, ovviamente) vengono analizzati 10 mila potenziali molecole, ovvero calcoli che richiedono dalle 5 alle 30 ore di lavoro del processore. Sicuramente una goccia nel mare delle possibilità, ma quando le gocce provengono dai 980 mila Pc che già si sono resi disponibili… Con questo sistema, attualmente, stiamo studiando 3,5 miliardi di molecole che potenzialmente potrebbero combattere 16 “proteine-bersaglio” che causano il cancro. Chi volesse collaborare al nostro lavoro mettendo a disposizione il proprio computer può trovare informazioni al sito di United Devices.

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