Cina e Taiwan sono i produttori di elettronica di consumo di riferimento. La manodopera costa poco e sulle produzioni in serie non hanno pari. Sconcerta, quindi, la decisione della Syntax-Brillian di rimettersi a produrre sul territorio statunitense LCD TV HD di fascia bassa. Si tratta di pannelli con dimensioni comprese fra i 23 e 42 pollici, caratterizzati da un prezzo del 20/30% inferiore rispetto ai più blasonati Samsung o Panasonic. Insomma, la linea Olevia, distribuita normalmente dalle grandi catene come Kmart e CompUSA, sarà interamente prodotta in stabilimenti californiani.
In precedenza tutto il lavoro era affidato a strutture taiwanesi ma, dopo un’attenta analisi dei costi, i dirigenti statunitensi hanno compreso che il ritorno in patria si sarebbe dimostrato più vantaggioso. La questione di fondo è che questa strategia permetterà non solo di risparmiare quel 5,3% di tasse doganali, pagato per ogni set importato, ma anche di migliorare la gestione dell’inventario.
«Effettivamente più aumentano le dimensioni dei display e più aumentano i costi del trasporto sulle lunghe distanze», ha dichiarato Michael H.V. Tieu, analista di Brean Murray, Carret & Co. «In questo modo non abbiamo una quantità industriale di TV che stanno in acqua per più di tre settimane. E possiamo utilizzare un decimo dei container per il trasporto dei componenti», ha confermato Vincent Sollitto, CEO di Syntax-Brillian.