Nonostante i grandi annunci di Internet2 come strumento “rivoluzionario” per la comunità di ricercatori grazie all’ampia banda di trasmissione e alle alte velocità, finora negli ambienti accademici statunitensi i mutamenti sono stati scarsi. Al momento il maggior salto in avanti prodotto dal nuovo network si è limitato all’aggiornamento dell’hardware e del software universitario in preparazione della effettiva connessione a Internet2.
Ma, secondo diverse fonti autorevoli, fino a quando i vari campus coinvolti non attiveranno similare upgrade dei network interni, le velocità offerte dal backbone nazionale resteranno le stesse. Inoltre, soltanto ora si sta lavorando allo sviluppo di software in grado di trarre efficaci benefici dai nuovi sistemi di connessione. Ci sono anche preoccupazioni sui costi relativi a tali aggiornamenti di hardware e software. Fino ad oggi sono stati finanziati per la gran parte da fondi governativi, ma si prevede che nel prossimo futuro toccherà alle singole università provvedere. Il che non farà altro che creare ulteriori problemi al concreto avanzare di Internet2.