Si è già esplorata la possibilità teorica di costruire una installazione abitabile direttamente sul suolo lunare, grazie a una stampante 3D di dimensioni sufficienti capace di usare come inchiostro il terreno selenico.
Manca la verifica pratica, perché – a parte esperimenti limitati su piccola scala condotti a terra – non abbiamo conoscenze sufficienti sul comportamento dei materiali e relativi e delle tecniche di fabbricazione in situazioni di gravità assente o minima. La lacuna comincerà a essere colmata l’anno prossimo, quando l’azienda privata Made in Space spedirà nello spazio in collaborazione con il Marshall Space Flight Center della NASA una stampante 3D. Aaron Kemmer, amministratore delegato di Made in Space, commenta la notizia così:
Immaginate un astronauta che debba effettuare una riparazione vitale sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). A parte sperare di avere strumenti e parti di ricambio, come sarebbe se i pezzi necessari potessero essere stampati sul posto?
Non è più fantascienza: ha poco più di un mese la notizia della perdita di refrigerante all’esterno della ISS. La vita dell’equipaggio non era in pericolo, a dispetto di certi rapporti poco informati; niente tuttavia esclude un problema più grave domani, magari in assenza di strumentazione o di componenti in grado di ovviare al danno.
Anche se da molto tempo si teorizza di macchine autoreplicanti, la fantascienza ha sostanzialmente sorvolato sulle possibilità offerte dalla stampa 3D per la colonizzazione dello spazio. Una volta affrontati i problemi principali (propulsione e durata del viaggio), la produzione in proprio di oggetti tridimensionali potrebbe eliminare o minimizzare molte altre questioni secondarie che finora hanno turbato i sonni degli ingegneri.
Fino a raggiungere obiettivi inimmaginabili anche solo pochi anni fa, come stampare il cibo. La NASA ha recentemente assegnato un finanziamento di 125 mila dollari per sei mesi all’azienda Systems & Materials Research Corporation, esattamente per arrivare a questo scopo in vista delle future missioni verso Marte.
Anjan Contractor, fondatore dell’azienda, si è aggiudicato il finanziamento con il prototipo di una stampante di cioccolato realizzata per la propria moglie. Meno ricreativo, per le implicazioni tecniche, di come appare.