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Prime previsioni del pinguino per il 2004

01 Dicembre 2003

Prime previsioni del pinguino per il 2004

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Mentre gli insider appaiono più che fiduciosi, altri considerano persa (e inutile) la battaglia sul desktop

Siamo quasi a fine anno, tempo di consuntivi e previsioni. Non manca anzi chi s’avventura già a leggere la sfera di cristallo per il 2004. Fenomeno più che mai calzante per l’ascesa del pinguino, con il numero di gennaio di LinuxWorld in lavorazione che ospiterà le divinazioni degli addetti ai lavori. Con le inevitabili anticipazioni online, onde stimolare le opinioni a tutto campo dei lettori-utenti. Ecco, allora, un sunto delle previsioni di Eric Raymond, qualcuno che non ha certo bisogno di presentazioni, e di John Terpstra, co-fondatore del progetto Samba (sotto forma di botta e risposta). A seguire, un punto di vista invece spiccatamente negativo su un tasto bollente, il futuro del pinguino nel desktop, almeno secondo il fresco editoriale dell’autorevole E-Commerce Times.

Quale area di applicazioni Linux ritieni crescerà più rapidamente nel 2004?

Eric Raymond: Il software per ufficio, partendo da una base ridotta ma crescendo in maniera esponenziale con l’adozione da parte di governi a livello mondiale.

John Terpstra: Durante il 2004 ci sarà una crescita significativa di Linux per il serving dei file e della stampa, la gestione delle directory e le soluzioni per groupware. Queste opzioni backend (basate sul server) libereranno il desktop e apriranno la strada per una maggiore penetrazione nel desktop.

Il 2004 sarà finalmente l’anno in cui Linux farà progressi significativi nel desktop?

E.R.: Si. Il trend viene trainato dall’attuale adozione di amministrazioni governative in Massachusetts, Brasile Sud Africa e in tutto il sud-est asiatico. C’è anche molto movimento nel settore privato, ma non se ne parla granché perché le aziende vogliono mantenere il vantaggio sui diretti rivali che pagano la tassa Microsoft.

J.T.: Prevedo che nel 2004 almeno un’importante agenzia governativa USA adotterà Linux sul desktop. Decisione che farà notizia e che cambierà radicalmente il volto della battaglia intorno a Linux. Vedremo una serie di apparati governativi adottare Linux, ed entro settembre 2004 ci sarà una ridda di annunci di applicazioni software finalmente adattate per Linux. Almeno due grandi pacchetti di contabilità annunceranno il supporto per Linux. Potrei fare il nome di uno di questi, ma allora finirebbe il divertimento.

Quale la distribuzione con maggior crescita nel 2004?

E.R.: Credo che il 2004 sarà un anno importante per Fedora e Suse, e una sfida per Debian (perché ora Fedora offre l’adattamento di RPM).

J.T.: SuSE (o si tratta di Novell?) sarà il leader globale in ambito desktop e server, con i rivenditori che finalmente si fideranno a sostenere dei prodotti Linux che non rubino loro la pagnotta.

Inoltre, OpenOffice annuncerà grosse migliorie che ne consentiranno l’adozione nella tecnologia di pubblicazione automatica DocBook. La nuova versione di OpenOffice offre un’opzione collaborativa che imporrà un nuovo standard per gli utenti delle aziende.

L’affaire SCO rallenterà l’adozione di Linux nel corso del prossimo anno?

E.R.: Non in maniera visibile. Non mi sorprenderebbe sapere dell’archiviazione della causa SCO prima della pubblicazione di queste note.

J.T.: Mi spiace, ma in questo dibattito ci sono troppo assunti e sensitività in ballo…

Punti di vista sostanzialmente ottimisti cui fa da contraltare il parere opposto, almeno sul tasto delicato del desktop, di Keith Regan, editorialista dell’E-Commerce Times. Parere ampiamente motivato nel corpo dell’articolo e sintetizzato nella parte finale:

….forse che Linux potrà scalzare Windows dal desktop? È improbabile… Windows è quel che la gente conosce e con cui ha familiarità. È il MacDonald’s dei sistemi operativi. Sai che non ti fa bene, ma non puoi farne a meno di comprarlo almeno una volta ogni tanto. Ed è identico ovunque si vada, questa la vera chiave del successo Microsoft.

Qual è allora l’alternativa? Linux potrebbe accontentarsi di essere un nome di nicchia, un’alternativa intorno a cui possano gravitare quelli tra noi più in gamba e dalla mente aperta. Un’altra Apple, insomma…

Ma alla fine, calmatosi il polverone e contate le vittime sul campo, sarà ancora Microsoft a controllare la vasta maggioranza del mercato desktop. Con un risultato così ovvio, vale davvero la pena di combattere una simile guerra?

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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