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Portafogli virtuali per navigatori giovani (e spendaccioni)

08 Settembre 1999

Portafogli virtuali per navigatori giovani (e spendaccioni)

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Secondo alcuni dati diffusi recentemente dalle agenzie di ricerca, l’adolescente medio statunitense trascorre su Internet circa sette ore a settimana, ma complessivamente per lo shopping online spende meno dell’uno per …

Secondo alcuni dati diffusi recentemente dalle agenzie di ricerca, l’adolescente medio statunitense trascorre su Internet circa sette ore a settimana, ma complessivamente per lo shopping online spende meno dell’uno per cento del budget a disposizione. Motivo? L’impossibilità di possedere carte di credito, praticamente l’unica valuta possibile per darsi all’e-commerce. Un inconveniente che è ora possibile aggirare grazie a specifici siti che consentono ai più giovani di dar fondo ai propri portafogli virtuali, ovviamente garantiti dai soldi reali dei genitori.

Fiutando l’enorme mercato potenziale, da marzo il primo a lanciarsi sul Web è stato ICanBuy, con base a San Francisco: è possibile aprirvi un acconto con appena un dollaro e offre il pieno controllo dei genitori, dall’approvazione per ogni singolo acquisto alla piena libertà, fino ad esaurimento della cifra garantita. Le merci in vendita comprendono articoli vari scelti tra i rivenditori online, per lo più libri, CD, giochi, capi d’abbigliamento. Piuttosto simile il meccanismo di altri due siti-negozi appena aperti, DoughNet e RocketCash, i quali iniziano a differenziarsi con offerte speciali, buoni-sconto, certificati per regali.

Per ora tali siti prendono percentuali decisamente basse sul venduto, in genere tra il 5 e il 15 per cento, e quindi il maggior guadagno va a partner già noti quali Amazon, CDNow, e-Toys. Ma la formula sembra assai promettente, ragion per cui gli investitori non mancano: RocketCash ha tirato su 10 milioni di dollari da nomi quali 3Com e Intuit, mentre altri ne hanno promessi oltre 9 a DoughNet.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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