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PMI italiane: il livello ICT è sottotono

11 Giugno 2007

PMI italiane: il livello ICT è sottotono

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L'Osservatorio del Politecnico di Milano ha rilevato dati ICT allarmanti: il 40% delle aziende è indietro

L’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano ha reso noti i risultati dell’ultima ricerca riguardante la condizione dell’ICT italiano in ambito business. Il dato complessivo è piuttosto scoraggiante, anche approfondendo, soprattutto se si considera che in questa edizione sono stati analizzati un maggior numero di parametri tecnologici rispetto al passato.

«Lo studio ha allargato l’ambito d’analisi, esplorando il tema dell’innovazione a tutto tondo: a livello non solo di ICT, ma anche di strategie e modelli di business, di prodotti e servizi, di design e brand e di strumenti finanziari. Inoltre, l’attenzione si è focalizzata, con riferimento specifico all’innovazione ICT, oltre che sulle componenti più tradizionali del sistema informativo aziendale, anche sui servizi e sulle applicazioni più innovative e recenti che offrono nuove opportunità alle PMI italiane, ad oggi non pienamente sfruttate», ha spiegato Raffaello Balocco, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio. «Infine a partire da quest’anno è stata creata una community di imprenditori, manager, Pivot ICT ed operatori del canale d’offerta, che conta più di 4.500 iscritti, raggiunti da una newsletter quindicinale relativa ai temi dell’innovazione ICT».

La prima certezza è che siamo in un momento di chiara transizione. Il 55% delle imprese dispone già di un’infrastruttura ICT, che però è in continuo aggiornamento per far fronte alle esigenze di ammodernamento. Un risicato 16%, invece, dispone di soluzioni «evolute» e in piena efficienza, mentre il 29% è ancora al palo e decisamente ad una fase «embrionale».

Per quanto riguarda la condizione del parco applicativo, le PMI italiane brillano per eterogeneità. Più del 30% delle imprese dispone – e utilizza – pacchetti elementari, che consentono di gestire alcune attività di base, quali l’amministrazione e la contabilità. Circa il 12% non fa uso di applicativi server, ma usa solo soluzioni di produttività personale. Il restante 45% si affida a un portafoglio applicativo che garantisce un buon livello di copertura dei processi, ma caratterizzato da diversi livelli di flessibilità e standardizzazione. In dettaglio: nel 17% dei casi si tratta di soluzioni poco flessibili, nel 24% dei casi il livello di flessibilità è medio, ed infine nel restante 3% il livello di copertura e flessibilità è molto elevato.

Interessante, invece, il crescente utilizzo delle applicazioni Web più evolute rispetto al classico sito istituzionale, sempre in relazione a dimensioni e tipologia di attività. Si distinguono quindi: Intranet per i dipendenti (utilizzate fra 16% ed il 53% delle imprese), le applicazioni Extranet per i clienti business (utilizzate fra il 7% e il 37% delle imprese), e i siti di e-commerce (business to consumer).

Secondo l’Osservatorio, in ambito ICT, il 40% delle PMI italiane non può che essere considerato «immaturo» sia sotto il punto di vista infrastrutturale che applicativo. Il 46% può essere definito «maturo», e solo il 12% più che eccellente.

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