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Pluto Meeting 1999

27 Settembre 1999

Pluto Meeting 1999

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Il 24 e 25 settembre, presso le aule del Dipartimento di Elettronica e Informatica dell'Università di Padova, studenti, ingegneri, amministratori di sistema e semplici appassionati si sono dati appuntamento al meeting annuale del Pluto Linux User Group.

Nato nel mondo universitario, Linux ha sempre trovato in questo ambiente il terreno più fertile per il suo sviluppo e la sua diffusione. E non è difficile comprenderne il perché, dato il carattere di ricerca che il progetto presenta, oltre al più prosaico vantaggio della gratuità del software.

Come ci racconta Giovanni Bortolozzo, responsabile del progetto ILDP di traduzione in italiano della documentazione su Linux, il gruppo Pluto nasceva in quelle stesse aule dell’Università di Padova nel 1992 in cui oggi, a distanza di sette anni, si sono ritrovati i suoi membri. Allora si chiamava semplicemente Padova Linux User Group, ma il passaggio da PLUG al più simpatico PLUTO fu breve, anche perché ben presto gli appartenenti si allargarono a macchia d’olio per coprire l’intero territorio nazionale e arrivare, oggi, oltre confine.

Appassionati di Linux che avevano deciso di seguire, dedicando tempo e denaro in proprio, l’evoluzione di questo nascente sistema operativo. Seguirne lo sviluppo software, partecipando a progetti internazionali; seguire la documentazione, traducendo o scrivendo contributi tecnici; ma soprattutto diffondere il più possibile le informazioni che, secondo la filosofia “free software”, devono poter circolare liberamente. Quanti affiliati conti oggi Pluto nessuno lo sa.

Sempre in virtù della libertà di informazione, chiunque può entrare a far parte del gruppo, scrivendo contributi o partecipando ai meeting senza per questo risultare “schedato” in un archivio informatico. Gli unici dati numerici sono gli iscritti alle mailing list, ma si tratta di dati parziali poiché le liste di discussione sono tematiche e la maggior parte delle persone sceglie di iscriversi solo ad alcune di esse.

A Padova sono arrivati in centinaia, in maggioranza ragazzi ma con una piccola, e in crescita, rappresentanza del sesso debole. Sono arrivati da tutta Italia per seguire gli interventi del convegno, per scambiarsi informazioni importanti sul sistema operativo, ma soprattutto per conoscersi. Per dare un volto agli indirizzi di posta elettronica con cui quotidianamente dialogano da un capo all’altro dell’Italia.

Lo spazio offerto dall’Università di Padova è stato diviso in due sezioni. Nell’area dedicata ai convegni si sono alternati interventi di carattere introduttivo e relazioni tecniche su argomenti specifici: dal racconto della storia della cultura hacker, alla creazione e amministrazione di intranet con Linux; dalla questione dei diritti sul software all’uso di Linux a sostegno della ricerca scientifica nei paesi in via di sviluppo. E ancora, Samba, Php3, NIS+: insomma, tutto quello che un appassionato Linux avrebbe sempre voluto sapere ma non ha mai osato chiedere.

Nell’area espositiva alcuni stand di aziende presentavano soluzioni professionali, ovviamente su base Linux. In parallelo, altre iniziative, come la firma della petizione contro i brevetti sugli algoritmi, dimostrazioni di applicazioni sui computer in esposizione e la Install Fest, ovvero, “portate i vostri computer e vi aiuteremo a installare Linux!”.

Un bilancio decisamente positivo, quindi, per il meeting 1999 del gruppo Pluto che, secondo le aspirazioni dei suoi membri, si deve avviare (e si sta avviando) a diventare un movimento sempre meno accademico e sempre più vicino al mondo professionale. Gli interessi delle aziende ci sono, come spiega Massimo Nuvoli, ma probabilmente prevale una eccessiva prudenza. Fatto sta che la quasi totalità dei risultati finora raggiunti vengono ancora ottenuti investendo tempo e risorse individuali.

Questi alcuni nomi significativi:

  • Richard Stallmann, Free Software Foundation (Boston);
  • Tim O’Reilly, edizioni O’Reilly (Sebastopol, California);
  • Friedrich Kittler, Humbold Universitat (Berlin);
  • Rishab Aiyer Gosh, rivista online “First Monday” (Nuova Delhi);
  • Timothy Druckrey, critico (New York);
  • Alexei Shulgin, “net artist” (Mosca);
  • Peter Weibel, direttore del Zentrum für Kunst und Medientechnologie (Karlsruhe);
  • Benny Haerlin, esperto tedesco per la genetica di Greenpeace;
  • Andreas Haas, manager Apple per l’Europa centrale;
  • Fran Ilich, regista e autore (Tijuana, Mexico);
  • Armin Medosch, direttore del periodico online Telepolis (Londra);
  • Ralf Klever, caporedattore dei servizi informatici per il quotidiano tedesco “die tageszeitung”;
  • Andreas Koenig, responsabile di CPAN (Comprehensive Perl Archive Network);
  • Frank Rieger, portavoce del Chaos Computer Club;
  • Rudolf Strobl, direttore del Linux-Magazin di Monaco di Baviera.

L'autore

  • Alberto Mari
    Alberto Mari lavora col Web dal 1998. La passione per le tecnologie e una cultura umanistica l'hanno portato a occuparsi di editoria digitale e ebook.

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