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Pisapia alla prova della leadership “wiki”

14 Giugno 2011

Pisapia alla prova della leadership “wiki”

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Dopo l'onda irriverente e indignata che ha accompagnato l'elezione del nuovo sindaco di Milano, ora la partecipazione civica dei cittadini attraverso i social media prova a farsi costruttiva

«Non lasciatemi solo», aveva detto Giuliano Pisapia dal palco di piazza del Duomo il giorno in cui fu eletto sindaco di Milano, ma probabilmente neanche lui, che ai sogni ci è abituato, si sarebbe aspettato che quell’appello sarebbe stato così preso sul serio.  Tre giorno dopo la vittoria, Paolo Iabichino, direttore creativo di Ogilvy, lancia su Twitter #pisapiasentilamia, un hashtag (una sorta di canale tematico) attraverso il quale inviare al neo sindaco di Milano proposte per una città diversa e migliore. Iniziano così a piovere messaggi fra i più disparati tra cui ne emergono alcuni più ricorrenti e rilanciati: «più piste ciclabili e bike sharing», «per l’expo riprendi il progetto dell’orto planetario», «tanto wifi a tutti!». Si apre una pagina su Facebook per raggiungere più persone e si attivano altre città: Torino con #FassinoSentiTorino, Bologna con #merolasentilamia, Savona (#berrutilasciachetiaiuti), Rimini (#gnassisemiascoltassi), sebbene l’esperienza più significativa rimanga comunque Milano (748 messaggi in una settimana senza contare quelli presenti su Facebook).

Opportunità

Non è il numero di tweet che è significativo quanto, piuttosto, le opportunità che questi messaggi aprono. «Siamo di fronte a un nuova fase di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica», afferma Leonardo Foderaro di Green Geek, associazione di informatici che ha lo scopo di promuove la libera informazione e il libero accesso alla rete attraverso progetti no profit, «durante la campagna elettorale le persone hanno rilanciato messaggi, opinioni e giocato con l’ironia, ora fanno proposte». Green Geek, già attiva durante le elezioni con un software che ha archiviato i messaggi di scherno arrivati a Red Ronnie dopo la dichiarazione che attribuiva a Pisapia l’eventuale cancellazione di un concerto, sta ora raccogliendo e catalogando anche questi messaggi con l’idea di avviare un progetto molto più ambizioso.

«Vorremmo mettere a disposizione del comune di Milano, ma anche di tutti le altre città che si attivano», continua Foderaro, «un sito in cui i cittadini possano proporre veri e propri progetti che poi il Comune possa esaminare e i cittadini votare, magari creando anche degli indirizzi di posta in modo da arrivare a tutti, non solo a chi frequenta i social network». Le premesse per passare da una fase di entusiasmo a un progetto di collaborazione diretta dei cittadini con le istituzioni paiono esserci tutte. «La tecnologia non è un problema», afferma ancora Foderaro, e la consapevolezza delle persone non manca. «I cittadini desiderano collaborare con le istituzioni» spiega Alberto Cottica, economista e autore di Wikicrazia. «La spontaneità di questo movimento non solo ne è la prova, ma è anche la dimostrazione che gli italiani sono particolarmente pronti, forse proprio per la cattiva gestione della cosa pubblica a cui sono abituati».

Competenze

Come incanalare dunque tutta questa energia? Le opportunità sono tantissime e delle più disparate. ManorLabs, per esempio, è una piattaforma della cittadina di Manor (Texas), attraverso la quale i residenti possono proporre idee per migliorare la propria città. Dal concetto alla (eventuale) realizzazione, ogni decisione viene valutata dai cittadini e dalle autorità. Fixmystreet, invece, è un progetto del comune di Camden (Gran Bretagna) in cui i cittadini sono invitati a collaborare alla manutenzione delle strade segnalando eventuali problemi sul sito – una buca nell’asfalto, un tombino rumoroso, un segnale messo in modo non appropriato. Nell’ultima settimana sono state inviate più di 1.000 segnalazioni e in un mese chiusi più di 2.000 cantieri. In questo modo il Comune marca stretto i fornitori, e soprattutto garantisce un servizio su tutto il territorio 24 ore per 24 che non potrebbe permettersi senza l’aiuto dei cittadini.

Peer to patent, infine, è una community che aiuta l’ufficio americano brevetti a distinguere, fra le domande presentate, quelle effettivamente vere da quelle già sul mercato. In un anno i cittadini hanno esaminato 46 domande di brevetto con la soddisfazione degli esaminatori che hanno riconosciuto il contributo degli utenti di alta qualità, chiaro e ben argomentato. «Le responsabilità devono sempre essere molto chiare», spiega ancora Cottica. «L’amministrazione comunque decide e i cittadini devono essere coinvolti su quello che sono capaci di fare. D’altra parte le persone danno il meglio di sé su temi e questioni in cui si sentono e sono competenti».

Volontà

La macchina dunque è pronta: c’è la tecnologia, c’è l’entusiasmo e ci sono numerosi case study. Ora per partire ci vuole la volontà della neo eletta amministrazione milanese. Per ora il sindaco ha risposto con un tweet semplice, ma denso di significato. «Grazie», ha scritto, «d’aver colto il mio non lasciatemi solo. Tanti messaggi di richieste e suggerimenti. Sono in ascolto dei vostri». E proprio la capacità di ascolto sembra essere una delle più importanti doti di chi aspira a diventare un leader wiki. «È impossibile prevedere come si muovono e reagiscono le persone a iniziative aperte»,  spiega ancora Alberto Cottica, «un leader wiki, infatti, è impreparato per definizione. Per gestire progetti di collaborazione fra cittadini e istituzioni bisogna, piuttosto, avere predisposizione all’ascolto, per capire e prevedere direzione e cambiamenti, e flessibilità, per adattarsi rapidamente e eventualmente raddrizzare il tiro». Caratteristiche che Pisapia, in campagna elettorale, ha dimostrato di avere. Restiamo in attesa.

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