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Perdere gli amici di Facebook in Val Sinestra

25 Agosto 2010

Perdere gli amici di Facebook in Val Sinestra

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Tu e i tuoi amici protagonisti di un film. Non serve nemmeno saper recitare, basta avere un profilo sul social network e dare in pasto all'"individual trailer" le proprie relazioni sociali

Primo: connettersi tramite l’account di Facebook. Secondo: scegliere il cast ideale tra i tuoi friend. Si consigliano almeno due uomini e due donne per ottenere il mix adatto alla sceneggiatura. Terzo: settare il “fattore brivido” su massimo. Quarto: cliccare “continua” e guardare ipnoticamente la scritta “stiamo elaborando il tuo film”. Questa la miscela di Lost in Val Sinestra, idea promozionale di Swisscom TV, che genera un credibile trailer di un thriller a tinte più o meno horror (dipende da come avete settato il “fattore brivido”) e che vede un mix tra attori professionisti e la presenza vostra e degli amici che avete scelto tra i contatti Facebook.

Durante la notte

La trama è lineare: un gruppo di amici (tu, i tuoi veri Facebook friend e due attori professionisti) partite per una vacanza in un Hotel in Val Sinestra. L’Hotel esiste veramente, in piena logica di sincronizzazione fra realtà reale e realtà fiction, e fa da sfondo a una trama in cui tu e i tuoi amici di Facebook sparite durante la notte. La presenza in questo individual trailer delle tracce personali è perfettamente integrata nel montaggio: il tuo nome e quello dei tuoi amici compaiono come firme nel registro dell’albergo, a uno dei “prescelti” è dedicata la festa nel salone con tanto di striscione, le foto degli avatar dei profili sono inseriti dentro gli iPhone dei due attori e diventano parte della trama, le immagini di tutti gli scomparsi finiscono sulle prime pagine dei giornali e nei servizi televisivi, sulle patenti lasciate in camera, dentro lo scrigno segreto di un ciondolo e le fotografie caricate sul tuo profilo diventano parte di un album che cade, mentre i due amici/attori che investigano frugano nella tua camera e i nomi di due friend diventano un indizio che appare scritto sullo specchio del bagno tra il vapore generato da un bagno caldo. Ovviamente tu e i tuoi amici protagonisti comparite anche nei titoli di testa e di coda.

Puoi inviare la tua versione via mail o postarla direttamente su Facebook o Twitter e diffondere nella catena degli amici un contenuto personalizzato con voi e loro protagonisti. Questa è la mia versione con “attori” scelti casualmente dal sistema tra i miei friend. Un’idea semplice e ben realizzata che mostra come la realtà dell’intrattenimento mediale si propone come luogo di osservazione privilegiato dell’innovazione di linguaggi e prospettive dei pubblici/consumatori connessi in relazione alle industrie produttive, pubblicitarie, del turismo eccetera. Qui viene messo al centro l’individuo con la sua rete “naturale” (mediata) di relazioni sociali; il social network diventa occasione per costruire un’esperienza di intrattenimento a partire da un plot scritto da professionisti, ma capace di integrare avatar e profili a partire dai gradi di connessione e restituire, quindi, un’esperienza che immediatamente si fa collettiva e condivisa. Il fatto di diventare protagonista (tu e la tua rete) di una narrazione aumenta in modo decisivo il grado di attenzione per i contenuti video diffusi perché, in qualche modo, quella storia è anche una “tua” storia.

Valore e inquietudine

Un linguaggio, questo dell’individual trailer, che contiene un genoma virale per costituzione, che aggiunge valore attraverso la capacità di integrare, nell’esperienza che viene vissuta nell’intrattenimento, la propria esperienza (le proprie immagini e quelle degli amici, così come le relazioni interpersonali da social network). Ma contiene anche l’inquietudine che può prendere quando ci si ferma a pensare come facilmente sovraesponiamo noi stessi e i nostri contatti, le nostre relazioni e i contenuti nostri e dei nostri amici. Basta una semplice autorizzazione e produciamo un contenuto da metter in pubblico che, in realtà, può contenere privilegi di privacy cui accediamo attraverso i legami di fiducia su Facebook: alcuni profili sono visibili a noi e non ad altri e attraverso un login, per gioco, li rendiamo trasparenti. Nell’intrattenimento in Rete spesso senza pensare  mettiamo in gioco per gioco dinamiche complesse di rapporti costruiti attraverso veti incrociati di privacy. Da una parte Facebook, visto le continue e vigorose lamentele, tende a rendere più gestibile, in modo facile e chiaro, la privacy da parte utente e poi… si viene traditi da un amico che per intrattenimento ti mette in un trailer e lo diffonde.

Per me lo ha fatto il sistema che ha scelto casualmente tra i miei friend gli attori, con i loro settaggi di privacy diversi e la loro “faccia”, quella che senza volere mettono nel film, costruendo tra loro relazioni che magari non hanno. Perché se è vero che tutti fanno parte del mio network non è detto che siano amici gli uni degli altri o che desiderino condividere “rapporti” e che lo vogliano fare pubblicamente. So che mi perdoneranno, perché la loro presenza ci aiuta a capire quanto sia serio il gioco che giochiamo ogni giorno in rete.

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