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Perché adoro Bill Gates

26 Marzo 2002

Perché adoro Bill Gates

di

"640 K dovrebbero bastare a chiunque". Da tempo immemorabile questa frase viene attribuita a Bill Gates e viene presentata come dimostrazione della sua arrogante incompetenza e scarsa lungimiranza. Beh, a quanto pare non l'ha mai detta

Si mormorava da tempo che si trattasse di una leggenda metropolitana, dato che nessuna delle tante fonti che la cita sa mai indicare con esattezza le circostanze in cui l’avrebbe pronunciata. Finalmente Bill in persona ha deciso di chiarire la faccenda intervenendo in difesa della propria onorabilità.

La smentita ufficiale è arrivata attraverso un canale abbastanza insolito: la posta dei lettori del sito Web del New York Review of Books (dedicato alla recensioni letterarie). Un recensore, James Fallows, si era occupato di un libro che raccoglieva alcune delle più spettacolari castronerie dette dagli “esperti”, imbattendosi in questa celeberrima perla dei 640 K attribuita al lider maximo di Microsoft. Così ha chiesto a un suo amico, che conosce Gates, di chiedergli la sua versione della vicenda. E BillG gli ha risposto personalmente in un e-mail.

Flashback

Per chiarire i termini della vicenda occorre tornare al 1981, quando il nascente personal computer IBM veniva proposto con una dotazione base di sedici kilobyte (espandibili, dietro lauta ricompensa, a ben 64). Può sembrare roba da Fred Flintstone alle nuove generazioni di informatici, assuefatti alle dotazioni diecimila volte maggiori dei personal computer odierni, ma era sufficiente per attività basilari per la vita delle aziende come il word processing e i calcoli con gli spreadsheet.

In queste circostanze, dire “640 K bastano a chiunque” non sarebbe stato poi così imprudente. Adesso che misuriamo la memoria in centinaia di megabyte, la differenza fra 0,064 e 0,64 megabyte ci sembra trascurabile, ma all’epoca non lo era affatto. Pochi sentivano il bisogno di passare a 640 K: la maggior parte dei programmi non ne aveva bisogno, e oltretutto l’impresa costava una bella cifra. Certo si tornava a casa con un sacchettino pieno di chip da inserire nella motherboard a mano, uno alla volta, con ritualistica venerazione, ma non tutti potevano permettersi certe soddisfazioni.

Stando a quanto racconta Bill Gates, però, quella fatidica frase non gli è mai sfuggita. Anzi, a suo dire il limite di 640 K fu imposto da IBM, con la quale Microsoft collaborava per creare l’MS-DOS, mentre lui (come spiega con dovizia di dettagli tecnici) spingeva per avere limiti ben più alti.

Tante scuse, Bill!

E così dobbiamo chiedere scusa a BillG: non ha mai detto quell’arrogante frase che gli viene rinfacciata da anni. I suoi critici non temano, tuttavia, di restare a bocca asciutta. Per fortuna ci sono molte altre sue frasi indimenticabili di cui esiste traccia documentale inoppugnabile.

Si comincia con la sua risposta “Certamente!” (“Definitely!“) alla domanda se il suo computer va mai in crash, data con imbarazzo di fronte alle telecamere della BBC (7 dicembre 2001), sicuramente con intento consolatorio: se non riesce a farlo funzionare lui, noi umili mortali non dobbiamo più sentirci in colpa quando Windows ci si blocca.

È già che siamo in tema di crash, il memorabile video del collasso pubblico di Windows 98, sotto il comando sapiente di Gates stesso e fra le incontenibili risate della platea del Comdex di Chicago (20 aprile 1998), è disponibile qui.

La spiegazione alla frequenza di questi crash, stando all’intervista rilasciata da Gates al settimanale tedesco Focus (23 ottobre 1995), è semplice. Tutta colpa degli utenti, questi pasticcioni: “I programmi Microsoft sono generalmente esenti da bachi.” Infatti “il 99,99% delle chiamate [all’assistenza tecnica Microsoft] è dovuta agli errori degli utenti“.

Ma il vero motivo per cui Windows ha tanti problemi è che in realtà è il sistema operativo sbagliato. Infatti, stando sempre a Bill Gates, quello che avremmo dovuto usare è un altro, come dice nell’introduzione al manuale di programmazione OS/2 di Ed Iacobucci: “Ritengo che OS/2 sia destinato ad essere il sistema operativo più importante di tutti i tempi“.

Il silenzio è d’oro, ma non fa ridere

Come faccio a dire di adorare Bill Gates, se non faccio altro che tirar fuori dall’armadio i suoi momenti più imbarazzanti? È proprio questo il punto. Bill Gates è un raro esempio di informatico competente che sa farci ridere grazie alle sue gaffe. Gli altri giganti dell’informatica commerciale sono così noiosi: vi ricordate forse qualche battuta comica di un presidente IBM? Steve Jobs fa ridere? Larry Ellison? Manco sapete chi sono? Appunto.

Grazie, Bill. E per favore, queste gaffe stanno diventando vecchiotte, ce ne puoi fornire qualcuna nuova? A pagamento, s’intende.

L'autore

  • Paolo Attivissimo
    Paolo Attivissimo (non è uno pseudonimo) è nato nel 1963 a York, Inghilterra. Ha vissuto a lungo in Italia e ora oscilla per lavoro fra Italia, Lussemburgo e Inghilterra. E' autore di numerosi bestseller Apogeo e editor del sito www.attivissimo.net.

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