Localizzazione è la parola-chiave quando si tratta di entrare nel mondo del Web (e del software) multiculturale. È questo il passaggio che attende al varco le aziende USA, sull’onda di recenti dati che da qui a quattro anni danno la penetrazione dell’e-commerce in Europa occidentale sul medesimo livello della controparte Nord-americane, il 35 per cento. La texana Dell Computer, ad esempio, già offre il suo sito tradotto nelle lingue dei maggiori paesi europei, dai quali arrivano ora ordinazioni online pari a circa 1 milione di dollari su un totale di 5 milioni.
Secondo altri rilevamenti, dal momento che va online, una società statunitense può ragionevolmente attendersi un 30 per cento di traffico e un 10 per cento di ordini provenienti dal Vecchio Continente. Eppure la Forrester Research calcola che per il 46 per cento tali ordini devono essere rifiutati giocoforza perchè le aziende non sono adeguatamente attrezzate per l’ambito internazionale extra-USA. Un ambito che già include 83 milioni di persone nel mondo, con i giapponesi in prima fila (17,4%), seguiti dai paesi di lingua spagnola (17,1%) e dalla Germania (16,8%). L’Italia occupa una delle posizioni di coda, con il 4,4% di tale fetta, preceduto dalla Corea (4,4%) e seguita da quanti nel mondo parlano il portoghese (2,2%).