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Per sport e per diritto

22 Agosto 2014

Per sport e per diritto

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Uno viaggia fino a San Francisco per scoprire che i migliori sviluppatori web del mondo stanno in una penisola europea.

Ho già detto che il giorno di Ferragosto è stato uno dei più produttivi qui e infatti, dopo il pranzo all’Exploratorium, ho piacevolmente passeggiato attraverso i grattacieli del Financial District per arrivare su Mission Street.

Dove salgo al tredicesimo piano del palazzo di JP Morgan, che tra le varie cose ospita uno spazio di incubazione per startup, nel quale ha sede Mind The Bridge Foundation, realtà no profit di diritto statunitense ma gestita da menti italiane, come il suo fondatore e attuale CEO Marco Marinucci. Un fiore all’occhiello dell’innovazione italiana che, da buon acceleratore di imprese, promuove i progetti più interessanti e fornisce una preziosa assistenza e consulenza per muovere i primi passi sul mercato. Non solo; essendo anche una scuola che ospita tra i suoi docenti massimi esperti nel settore, permette ai talenti del nostro Paese ma anche di altre nazionalità di frequentare un corso iperspecialistico con cui apprendere i segreti della gestione di imprese innovative.

Lì, davanti ad una vista mozzafiato sulla baia e sul Bay Bridge, assieme a Marco mi attende Fabrizio Capobianco, uno tra gli imprenditori italiani che hanno deciso di trasferirsi in Silicon Valley per far decollare i loro progetti. A quanto pare il decollo c’è stato veramente.

Fabrizio è un ingegnere di formazione e ha mosso i suoi primi passi come imprenditore nella città in cui ho studiato per quasi dieci anni, Pavia, dove tuttora si trovano le radici di Funambol: progetto open source nel settore cloud inaugurato nel 2001 da un gruppo di sviluppatori italiani e che si è poi evoluto in una realtà imprenditoriale basata formalmente a Foster City (a sud di San Francisco).

Seguendo costantemente il mondo open source, ho sempre collegato il suo nome di Fabrizio a Funambol; eppure noto che nell’email di conferma dell’appuntamento si firma come CEO di Tok.tv, un nome per me nuovo.

Mi informo brevemente e scopro che si tratta di una piattaforma social per condividere l’emozione delle partite di calcio, baseball e football con gli amici pur rimanendo ciascuno sul proprio divano. Fabrizio mi mostra in anteprima l’app appositamente realizzata per la Juventus e, nonostante io non sia un appassionato di sport, capisco che molti miei amici troveranno in essa un nuovo modo di gustarsi i prossimi scontri di campionato e coppe. Comunque non ha abbandonato il suo ruolo di coordinamento e supervisione in Funambol; semplicemente Tok.tv negli ultimi tempi sta assorbendo circa il 90 percento del suo tempo, essendo in fase di lancio.

Abbiamo di recente ricevuto un finanziamento di circa un milione di dollari per questa nuova avventura, di cui solo un 30 percento da capitali italiani e il resto da realtà statunitensi. Tuttavia gli sviluppatori sono tutti italiani e sono sparsi per tutta la penisola. Ognuno lavora dalla sua sede senza problemi, sotto il mio diretto coordinamento. Qui negli USA abbiamo solo management, marketing e legal, che sostanzialmente vengono gestiti direttamente da me o da miei stretti collaboratori.

Alla domanda su come mai abbia preferito cercare sviluppatori italiani pur essendo ormai da anni basato in California, la sua risposta è bruciante:

Perché sono ancora convinto che siano i migliori al mondo. Li ho selezionati accuratamente per avere il più alto livello possibile.

Evito ulteriori commenti e annuisco, condividendo un po’ di orgoglio patriottico. Soprattutto, prima di salutarlo, cerco di strappargli un invito nella sua sede in Valley, perché ho voglia di tornare da quelle parti, anche solo per fare qualche foto. Speriamo di riuscirci prima del rientro.

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L'autore

  • Simone Aliprandi
    Simone Aliprandi è un avvocato che si occupa di consulenza, ricerca e formazione nel campo del diritto d’autore e più in generale del diritto dell’ICT. Responsabile del progetto copyleft-italia.it, è membro del network Array e collabora come docente con alcuni istituti universitari. Ha pubblicato articoli e libri sul mondo delle tecnologie open e della cultura libera, rilasciando tutte le sue opere con licenze di tipo copyleft.

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