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Per Natale la pubblicità online diventa più aggressiva

18 Dicembre 2001

Per Natale la pubblicità online diventa più aggressiva

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La pubblicità online, una delle principali cause del crollo di molti siti e crisi di grossi portali, ha ripreso a aggredire i nostri schermi per l’inizio delle festività legate al …

La pubblicità online, una delle principali cause del crollo di molti siti e crisi di grossi portali, ha ripreso a aggredire i nostri schermi per l’inizio delle festività legate al Natale.
Un’aggressività che spesso fa infuriare numerosi utenti Internet.

Spesso per gli utenti, la pubblicità è un fantasma che si materializza sotto forma di “pop-up”, le finestre che si aprono all’improvviso per mostrare un messaggio pubblicitario e che spesso sono difficili da eliminare o bloccare.

Una tecnica che spesso i responsabili marketing usano per i siti porno, come rimarcano i pubblicitari.
Lo sanno i fortunati possessori di collegamenti a larga banda che, se non dotati di pop-up killer, vedono comparire decine di finestre a velocità pazzesca senza che possano fare nulla per fermarle. Per ognuna che si chiude, se ne aprono tre e la velocità di connessione fa il resto.

I pubblicitari, dicevamo. Tra di loro c’è chi parteggia apertamente per gli utenti, definendo questa tecnica a pop-up come “stupidaggini”, visto che non sapendo più cosa fare aggrediscono e occupano più posto possibile.

Anche questo si può considerare come spamming, attività sulla quale l’Unione europea sta prendendo seri provvedimenti.

Ma, come si dice da sempre, la pubblicità è l’anima del commercio e con l’affondare della new economy la pubblicità online ha dovuto cercare altre strade più efficaci, visto che molte agenzie lamentano un crollo dei loro fatturati nel 2001.

C’è, però, anche chi difende l’uso dei pop-up in pubblicità, a patto che siano utilizzati con coscienza ad esempio per sottolineare offerte promozionali. Altri, più temerari, fanno una difesa a spada tratta dei nuovi mezzi e dichiarano che non si accettano perché sul Web, a differenza che sui media tradizionali, aggiungendo che molti internauti sono coscienti che per continuare ad accedere gratuitamente ai contenuti, è necessario un modello economico.

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