Il 15 giugno davanti a Montecitorio si è tenuta la protesta dell’Assoprovider, l’associazione che raggruppa i piccoli Internet service provider italiani.
Una protesta per ricordare a politici e al paese i problemi a cui vanno giornalmente incontro queste piccole aziende, fondate soprattutto da giovani che hanno investito, con coraggio, nelle nuove tecnologie.
“Mentre in tutta Europa e negli Stati Uniti i piccoli Internet service provider sono considerati i pilastri su cui creare il futuro dell’economia – spiegano gli organizzatori della protesta – in Italia invece no. I grandi gruppi telefonici, Telecom Italia per prima, hanno invaso il mercato Internet e fatto il bello e il cattivo tempo”.
Insomma, secondo gli organizzatori lo Stato italiano si comporta come “Robin Hood al contrario: aiuta i forti a danno dei deboli”.
Secondo loro, infatti, lo squilibrio legislativo ha penalizzato in misura rilevante le piccole imprese, allontanando Internet dal paese reale riducendolo a un “fenomeno speculativo e di borsa per i grandi gruppi, non utile al resto del paese e alla sua economia”.
Un governo, che viene definito “senza coraggio”, ha promesso da oltre un anno un provvedimento per garantire alle piccole aziende le stesse condizioni di mercato per la fornitura di accesso ad Internet previste per gli operatori di telefonia.
“Ora vogliamo l’equiparazione con le società telefoniche nostre concorrenti, come nel resto del mondo civile – spiegano in un volantino -Vogliamo far ripartire Internet in Italia”.
Se le richieste non saranno accolte, sono pronti a preparare quello che chiamano “il primo sciopero di Internet in Italia”.
Il sito dell’Assoprovider all’indirizzo http://www.assoprovider.net