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Per i libri di testo autogestiti

29 Luglio 2013

Per i libri di testo autogestiti

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Il sapere di pubblico dominio e di qualità adeguata per le scuole inizia a diffondersi per la rete. Gli editori, in risposta, fanno ricorso.

In attesa della transizione della scuola italiana ai materiali didattici digitali, che per decreto ministeriale 209/2013 sarebbe dovuta già avvenire per il 2014/2015 e invece è stata congelata dall’attuale governo, nessuno tiene presente che di pubblicazioni open pensate per l’insegnamento scolastico ce ne sono già molte. Alcune davvero di gran pregio, nonostante siano nate dal lavoro volontario di docenti e appassionati.

La rete è un serbatoio sterminato di informazione gratuita e di facile fruizione (da Wikipedia ai vari siti specialistici), ma il problema è trovare i materiali sufficientemente affidabili e neutrali. Inoltre lo studente ha bisogno non solo di informazione allo stato liquido, ma di percorsi strutturati adatti ed efficaci per le sue specifiche esigenze formative. Ecco che l’occhio vigile del docente nella scelta di contenuti già disponibili o nel confezionamento di dispense ah hoc risulta ancora un elemento fondante:

In Italia molti sono i progetti sulla sostituzione dei libri di testo, chi li scrive da solo elaborando i propri appunti e le lezioni in classe, chi ha creato una rete di scuole in cui i docenti in forma collaborativa producono materiali didattici che andranno completamente a sostituire i libri tradizionali e così via…

Alcuni autori e curatori di materiale didattico digitale sono particolarmente attenti anche all’aspetto della gestione dei diritti sull’opera in ottica open; scelta a volte dettata da un semplice sposare la causa, altre volte basata sulla reale consapevolezza del valore aggiunto che il modello aperto offre in fatto di potenziale di riuso.

Nonostante esistano noti archivi di materiali di questo tipo, principalmente quelli gestiti da Wikimedia Foundation (Wikimedia Commons, Wikibooks, Wikiversity…), qualcuno ha pensato di raccogliere e catalogare per materia le opere più significative che si prestano ad una vera e propria adozione da parte delle scuole.

Capostipite in Italia di questa meritoria attività è Matematica C3, progetto collaborativo per la realizzazione di un manuale di matematica completo realizzato a titolo volontario da alcuni docenti di scuola superiore e arrivato ormai alla mole di tre volumi (disponibili anche in edizione cartacea on demand). C’è poi una serie di manuali e dispense di genere informatico e non mancano opere rivolte all’ambito umanistico, come le raccolte di opere letterarie in pubblico dominio, a volte organizzate in vere e proprie antologie sistematiche. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti; certo bisogna che gli insegnanti e i dirigenti delle scuole facciano uno sforzo intellettuale in più, riattivino il loro spirito di iniziativa e si sradichino dai modelli predigitali.

E gli editori tradizionali? Stanno a guardare. Anzi, no; fanno ricorso contro il decreto del Ministro Profumo e sollevano un putiferio, segnalando che così la filiera del libro cartaceo verrebbe gravemente danneggiata. E anche a causa delle loro pressioni si è arrivati al congelamento di una norma che sembrava ormai definitiva.

D’altronde, anche senza spingersi in un giudizio di merito su questa scelta squisitamente politica, sembra un comportamento comprensibile. È un po’ quello che farebbero i fornitori di metano e gasolio qualora si iniziasse seriamente ad incentivare le energie rinnovabili. Ognuno difende la sua posizione… fino a quando il progresso diventa inevitabile.

Il testo di questo articolo è sotto licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.

L'autore

  • Simone Aliprandi
    Simone Aliprandi è un avvocato che si occupa di consulenza, ricerca e formazione nel campo del diritto d’autore e più in generale del diritto dell’ICT. Responsabile del progetto copyleft-italia.it, è membro del network Array e collabora come docente con alcuni istituti universitari. Ha pubblicato articoli e libri sul mondo delle tecnologie open e della cultura libera, rilasciando tutte le sue opere con licenze di tipo copyleft.

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