Come nei film hollywoodiani, quando il protagonista è con le spalle al muro e il “cattivo” sembra averla vinta, arrivano loro: i supereroi.
È quello che è successo ai “cattivi” di Hollywood nella loro guerra contro la pirateria cinematografica che hanno visto affiancarsi alle organizzazioni dei consumatori le più grosse aziende del settore informatico.
I supereroi hanno un nome: Microsoft, Cisco, Intel, Dell, Hewlett-Packard e Apple. Questi giganti hanno unito i loro sforzi a fianco delle associazioni di consumatori, di istituti di ricerche e di aziende per formare l’Alleanza per il progresso digitale (ADP, Alliance for Digital Progress).
Scopo, fare pressioni sul Congresso per evitare l’inclusione obbligatoria di dispositivi anti-pirateria nei computer, nei lettori DVD e in altri apparati.
Secondo l’Alleanza, infatti, ogni sforzo in questo senso porrebbe problemi più grossi di quelli incontrati attualmente.
Pur riconoscendo che la pirateria è un problema “grave e complesso”, il presidente Fred McClure pensa “che una tecnologia concepita e imposta dal governo” non sarebbe una soluzione. Si rischierebbe di aumentare il prezzo degli apparati e questo potrebbe “soffocare il progresso che è al centro della rivoluzione digitale”.
“Responsabili di Hollywood, come Jack Valenti – spara a zero sul presidente della MPAA, Harris Miller, presidente dell’Associazione delle tecnologie dell’informazione americana – avrebbero incoraggiato i monaci a bruciare la stamperia di Gutenberg”.
“I parlamentari hanno sentito le arringhe di Hollywood per soffocare il progresso – ha continuato sullo stesso tono Miller – ma hanno bisogno di essere informati meglio per prendere decisioni con conoscenza di causa”.
È suonata la carica.