Il sistema ha optato per l’autoconservazione, almeno stavolta: Ghash.io ha annunciato in modo ufficiale che lavorerà attivamente per mantenere la propria quota di scavo di Bitcoin sotto la quota del 40 percento.
Per quanti fossero rimasti estranei alla vicenda oppure, abituati alla politica, trovassero incomprensibile l’intento dichiarato, la valuta elettronica Bitcoin si regge su sostanziose infrastrutture di calcolo che lavorano sempre più intensamente per riuscire a identificare una dopo l’altra i circa 21 milioni di sequenze numeriche effettivamente corrispondenti a ogni singola moneta, attività nota come mining, estrazione mineraria.
I calcoli che dirocciano virtualmente i Bitcoin servono anche a confermare la validità delle transazioni e garantire contro i falsi. C’è però un punto debole nell’impianto: un soggetto che mettesse le mani sul 51 percento potrebbe in teoria dettare regole e giocare sporco, fino alla truffa. Pericolo di ogni monopolio, che idealmente lo schema decentralizzato e aperto di Bitcoin scongiura per inaugurare un’epoca senza banche centrali, zecche e artifici contabili.
Si era raccontato di come un gruppo particolarmente efficiente e aggressivo di mining, GHash.IO, fosse arrivato alla maggioranza assoluta, per giunta con una struttura di proprietà singolarmente opaca. Apparentemente l’annuncio attuale offre un segnale di lealtà e stabilità verso il sistema Bitcoin, soprattutto per la volontà attiva di limitare la propria quota: fattore importante visto che individui e organizzazioni sono liberi di mettere la propria potenza di calcolo a disposizione di altri gruppi e dunque sarebbe possibile scalare la “proprietà” di Bitcoin semplicemente guadagnando un seguace dopo l’altro:
GHash.IO dichiara volontariamente di non voler superare il 39,99 percento dello scavo totale di Bitcoin. Se si avvicinerà a questo valore, chiederà attivamente ai minatori di togliere il proprio hardware da GHash.IO per lavorare con altri gruppi e incoraggerà altri gruppi di scavo a dichiarare intenti analoghi.
La si può vedere come la rivincita di un valore che arriva ben prima del digitale, la fiducia di investitori e correntisti; una difesa di Bitcoin contro l’attacco del 51 percento è che l’aggressione distruggerebbe la fiducia nel sistema che ha conquistato, compromettendo il sistema stesso e con esso il potere appena acquisito.
Oppure come una applicazione della teoria dei giochi, dove i partecipanti al gioco ottengono il beneficio massimo se scelgono la cooperazione.
Gioco in senso scientifico, naturalmente: la valuta digitale è un concetto dirompente per il sistema economico e finanziario. Ma in prospettiva. La sensazione è che prima di sfondare dovrà avere attraversato questa e altre crisi di crescita. Nel frattempo è consigliabile provarla alla maniera del lago ghiacciato con il proverbiale alluce, scaricando un portafogli e provando ad amministrare una somma a titolo sperimentale. Non si diventa ricchi, ma si cumula esperienza. Servirà.
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Dal 4 al 22 agosto Apogeonline andrà in vacanza e tuttavia alternerà agli articoli migliori della stagione uno straordinario diario di viaggio dalla California del nostro Simone Aliprandi: interviste, eventi live e altro purché interessante, nel pieno della Silicon Valley. Sarà una vacanza speciale!