In seguito alla denuncia presentata dalla nota conduttrice televisiva Licia Colò, per istigazione a delinquere e possibile maltrattamento di animali, è stato emesso nei giorni scorsi un provvedimento di sequestro preventivo con il quale è stato disposto l’oscuramento del sito gattibonsai.it.
Nella homepage si legge che lo scopo del sito – il cui contenuto è stato ora riproposto ad un nuovo indirizzo – è quello di “insegnare” a creare “gatti bonsai”, attraverso una procedura, mutuata dall’antica arte giapponese applicata alle piante, che consente di far assumere al proprio gatto la forma desiderata rinchiudendolo in un barattolo di vetro, quando ha appena poche settimane di vita, cioè quando la sua struttura ossea non ha ancora subito quel processo di calcificazione che lo renderebbe non più adatto allo scopo. Il gatto può così essere “modellato” a piacimento, seguendo alcune indicazioni e utilizzando gli strumenti più appropriati…
Francesco Bari, owner e webmaster del sito, dopo la chiusura dello stesso, ha ribabito – in un comunicato stampa curato dall’avv. Iaselli, Funzionario del Ministero della Difesa, pubblicato sul sito studiocelentano.it – che si tratta di “un sito di satira che ha per oggetto i gatti”, ispirato alla versione americana bonsaikitten.com, “anche se molto più satirico e molto meno credibile”.
“Le foto del logo, prese pari pari da bonsaikitten.com,” continua il registrant del sito, “oltre ad essere innocue, sono state realizzate con programmi di fotoritocco. (…) Nel sito non è presente istigazione a delinquere. Non si spiega come torturare animali, né si invita la gente a farlo. Sono presenti solo affermazioni di fantasia atte a suscitare ilarità nel lettore”.
Ad ulteriore riprova di quanto affermato, l’interessato ha sottolineato che nella sezione dedicata al commercio elettronico, in realtà non si vende nulla.
Non esiste, infatti, nessuna procedura d’acquisto e non sono indicati i prezzi degli articoli (vasi di farie forme e altri accessori necessari per creare gatti bonsai). Il lettore può soltanto scrivere ai curatori del sito per ricevere informazioni, inviare commenti o esprimere il proprio parere sull’iniziativa.
Su un sito dedicato alle “leggende metropolitane”, inoltre, si legge che “It’s a work of satire, which should be obvious to anyone who has the intelligence of an average housecat”.
Anche il WWF ha riconosciuto che la versione americana, alla quale si ispira il sito in questione, “è solo uno scherzo di uno studente americano”.
La vicenda che ha coinvolto il creatore del sito d’oltreoceano, infatti, si è conclusa in un nulla di fatto, dal momento che non è stata infranta nessuna legge e la censura del sito è apparsa un provvedimento eccessivo.
Il sito gattibonsai.it, indubbiamente, può apparire a molti internauti di cattivo gusto; l’intento satirico, però, appare in tutta evidenza non appena vi si accede. Basti, a questo proposito, citare il disclaimer in homepage: “questo sito non è in alcun modo affiliato coi vicentini mangiagatti“.
La vicenda, dal punto di vista giuridico, è di grande interesse, in quanto – ancora una volta – ripropone nell’ambito di Internet la questione dei limiti che la libertà di manifestazione del proprio pensiero, garantita dall’art. 21 della Costituzione, deve incontrare, per non ledere altri diritti ugualmente degni di protezione.
Nel caso in esame, trattandosi di un sito con intento satirico, è perciò indispensabile valutare attentamente se la chiusura del sito rappresenti effettivamente un rimedio giustificato dall’esigenza di evitare la lesione di altri diritti protetti e prevalenti rispetto alla libertà di satira, che rientra a pieno titolo nella libertà di manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantita.