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Omicidio reale per un giocatore virtuale

01 Aprile 2005

Omicidio reale per un giocatore virtuale

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Un appassionato di giochi online di Shanghai ha ucciso a pugnalate un concorrente che aveva venduto la sua sciabola virtuale

Secondo China Daily, l’arma veniva utilizzata dall’omicida e dalla sua vittima in “Legend of Mir 3”, un gioco al quale partecipavano entrambi. Si tratta di un nuovo tipo di reato in Cina, paese in cui nessuna legge riconosce il possesso di armi virtuali.

Qiu Chengwei, 41 anni, ha colpito varie volte al petto Zhu Caoyuan dopo la vendita, da parte di quest’ultimo, della sua “sciabola dragon” utilizzata nel popolare gioco online “Legend of Mir 3”, che mette in scena eroi, stregoni e guerrieri che brandiscono spesso spade enormi.

Qiu e un amico hanno guadagnato insieme la loro spada e, nel febbraio scorso, l’hanno prestata a Zhu che l’ha in seguito venduta per 7.200 yuans (670 euro), secondo le notizie riportate da China Daily.

Qiu ha allora segnalato questo furto alla polizia, che gli ha risposto che la spada non era un bene reale protetto dalla legge. Sono sempre di più i giocatori online che si presentano in giudizio per furti di armi o di crediti virtuali e, secondo Wang Zongyu, professore di diritto al Renmin University of China, citato dal quotidiano, “Le armature e le spade dei giochi via Web dovrebbero essere considerate come proprietà privata poiché i giocatori vi dedicano tempo e denaro”.

Ma altri esperti richiamano alla prudenza. “‘Armi e crediti vari di un giocatore possono non valere nulla per un’altra persona, non sono infatti, per natura, altro che dati creati da sviluppatori di giochi”, sostiene ad esempio un avvocato di una società Internet di Shanghai, citato da China Daily.

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