Si era già toccato questo tema al momento di raccontare dell’adolescente capace di ingegnerizzare una calcolatrice scientifica pienamente funzionante, ottenuta impilando cubi dentro il programma Minecraft.
Succede che uno strumento software diventi di culto e stimoli l’immaginazione e la creatività; colpisce lo sforzo collettivo compiuto, per esempio, da chi ha ricostruito un cubo dopo l’altro la Westeros della serie fantasy Game of Thrones in una realizzazione delle dimensioni virtuali di Los Angeles, scrive Wired. Ora il “gioco” è stato spinto più in là:
Il mondo [che abbiamo realizzato] si compone di oltre ventidue miliardi di cubi a rappresentare 220 mila chilometri quadrati di Gran Bretagna e isole circostanti.
L’ordine di grandezza è lo stesso di WesterosCraft, che ha lati di 59 mila per 22 mila cubi. Il territorio inglese made in Minecraft possiede però la particolarità di essere stato generato a partire dagli Open Data di Ordnance Survey, l’autorità britannica per le informazioni geografiche.
Chiunque può studiare, giocare, creare sulla mappa della Gran Bretagna in Minecraft. I requisiti – cinque gigabyte di spazio disco, quattro gigabyte di memoria – sono normalissimi. Una copia di Minecraft per qualsiasi computer costa 19,95 euro, contro 5,99 euro su iOS e 4,99 euro su Google Play. Molto meno di una scatola di Meccano o Lego e manca certo la manualità, ma quanto a portata e collaborazione non c’è partita.
Vedo occasioni prima impensabili per la didattica e l’intrattenimento costruttivo, in questa disponibilità di software più rete più informazioni. A casa nostra gli Open Data sono speranza che la Pubblica amministrazione nostrana tenga fede agli impegni cui la legge la vincola e ci permetta di lavorare sullo stradario di Verona o l’elenco dei farmaci galenici. Cose importanti, beninteso, solo che come al solito dobbiamo ancora finire di cominciare mentre altrove si procede con orizzonti ben più ampi.