
È noto come l’ambito dei search engine sia tra i servizi più seguiti oltre che quello più affollato di giganti: da Yahoo e Excite a HotBot e Altavista, e chi più ne ha più ne metta. Ma pur se la saggezza popolare sembrerebbe indicare che non ci sia più spazio per nuovi arrivi, eccone invece spuntare sempre altri, anche perchè l’esplosiva crescita dell’utenza tende a far “scoppiare” quelli storici e relativi affiliati. Come ha chiarito una recente indagine, nessun motore di ricerca riesce ad archiviare più del 16 per cento dei siti che fioriscono quotidianamente sul Web.
E mentre tale studio riporta in testa alle classifiche dei search engine il semi-sconociuto Northern Light, con base a Cambridge, Massachussetts, entrano nell’arena nuovi servizi foraggiati dai venture capitalist di Silicon Valley. Tra questi, Google ha appena ottenuto 25 milioni di dollari sull’unghia dalla leggendaria Kleiner Perkins, primi finanziatori di nomi quali AOL, Amazon, Intuit. Secondo i responsabili di Google, la nuova generazione di servizi darà ampio spazio al fattore umano per integrarlo efficacemente con tecnologie più sofisticate. Tra queste, l’analisi della qualità di un certo numero di pagine Web effettuata tramite l’incrocio dei dati risultante da nuove operazioni algoritmiche e database realizzati da persone in carne ed ossa. Questa, pare, la strada del prossimo futuro, come segnala il successo di Ask Jeeves, un sistema di domande-risposte un po’ su tutto, con base operativa a Berkeley.
Mentre Google, al pari di Yahoo, affonda le radici in quel di Stanford, dall’Università del Kansas arriva invece Profusion, un tipico strumento di “metaricerca” che combina una scelta complessiva degli altri search engine. “Sono in arrivo nuove tecnologie di ricerca — conferma il manager di Profusion — e ciò consente l’entrata in campo di nuovi attori. Anche perchè tra gli utenti esiste sempre parecchia frustrazione per la crescente difficoltà di reperimento delle informazioni cercate.”