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Nuove iniziative per la lotta alla pirateria

26 Febbraio 2003

Nuove iniziative per la lotta alla pirateria

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Le associazioni per la tutela del copyright esortano l'amministrazione Bush a rendere più incisiva la lotta contro la pirateria straniera, mentre l'industria discografica si accanisce contro i siti che consentono di scaricare gratis file musicali e ammonisce le imprese di mezzo mondo

L’International Intellectual Property Alliance (IIPA) ha formalmente richiesto al rappresentante americano per il commercio estero, di mantenere i 75 milioni di dollari di sanzioni commerciali contro l’Ucraina, per pirateria e di sorvegliare (ed eventualmente perseguire, con lo stesso rigore) altri nove paesi, quali Bahamas, Bolivia, Kuwait, Lituania, Polonia, Corea del Sud, Pakistan, Tailandia e Sudafrica.

Secondo l’IIPA, è anche necessario mantenere un rigoroso controllo sulla Cina, dove è molto diffusa la pratica della contraffazione di film, dischi e software.

Le imprese americane hanno stimato che il fenomeno della contraffazione dei propri prodotti, effettuata da paesi stranieri, determina perdite che, solo per il 2002, si sono aggirate attorno alla cifra di 20/22 miliardi di dollari, di cui circa un paio solo in Cina.

Intanto, l’International Federation of the Phonografic Industry (IFPI) – che rappresenta grandi nomi dell’industria discografica come Warner music, EMI, Sony Music e BMG – il 6 febbraio scorso, ha inviato a migliaia di società in Italia, negli Stati Uniti, in Francia, in Gran Bretagna, in Spagna, in Germania, in Svezia e in Malesia, un comunicato con cui le si metteva in guardia sulle conseguenze legali del fenomeno, sempre più diffuso, del download di file musicali effettuato dai loro dipendenti, durante l’orario di lavoro.

I computer delle imprese, secondo il comunicato, oltre a consentire una maggior semplicità nella connessione, forniscono ai dipendenti una grande capacità di memoria del disco, per immagazzinare dati.

La IFPI ha poi ricordato alle imprese che le connessioni a siti come Kazaa o Morpheus,oltre a rallentare l’operatività della rete dell’impresa, ne aumenta la vulnerabilità ai virus e ai tentativi di intrusione da parte di hackers.

Inoltre, la Federazione ha fatto presente che le connessioni ai servizi peer-to-peer e le conseguenti copie illecite dei file ivi reperibili, possono determinare l’insorgere di responsabilità delle imprese stesse, per violazione del diritto d’autore.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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