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Novità dal LinuxWorld 2001 (e altre storie)

08 Febbraio 2001

Novità dal LinuxWorld 2001 (e altre storie)

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Grandi nomi a New York, IBM in prima fila, mentre aumenta la domanda di servizi personalizzati pro-Linux

Cresce l’interesse della grande industria verso Linux. Mentre prosegue felice il matrimonio con IBM, l’open source attira sempre più nomi quali Intel, Sun e in qualche modo perfino Microsoft. Nel frattempo, distributori come VA Linux e Red Hat espandono l’offerta per l’ambito professionale, con IDC che prevede una crescita di circa 10 volte dei servizi di supporto a Linux da qui al 2004. E sul tutto piovono le novità dal parterre di LinuxWorld Expo 2001 in quel di New York City.

Partendo da quest’ultimo evento, si conferma la penetrazione orizzontale di Linux in ogni ambito informatico: dall’enterprise al mercato server alla piccola imprenditoria e al personal desktop. Questa prima edizione di LinuxWorld Expo del nuovo anno ha insomma offerto qualcosa di valido un po’ per tutti, come non ha mancato di sottolineare l’autorevole PC World.

Tra i prodotti più promettenti presentati, da segnalare Evolution, soluzione groupware di e-mail realizzata da Ximian (già nota come Helix Code). Assai simile nel look ad Outlook ma ricca di utili funzionalità, inclusi calendario e agenda d’indirizzi, l’attuale versione beta verrà seguita in estate da quella definitiva. Nel campo dei notebook, EmperorLinux ne ha presentato un’intera linea preconfigurata interamente col sistema open source. Si va da modelli da oltre tre kili agli ultraleggeri da taschino, dotati di processore Crusoe da 600 MHz, 128MB di RAM, hard drive da 12GB, monitor LCD da 9 pollici e a scelta la versione la versione Linux di Red Hat, Slackware o Mandrake. E per chi proprio volesse, si può sempre lanciare Windows Me in seconda battuta.

Tra le non poche curiosità sparse, da segnalare l’ampia visibilità ottenuta dal diretto “rivale” di Linux, quel FreeBSD che vanta come mascotte un aggressivo diavoletto rosso, stavolta piazzato in bella vista su una piattaforma alta 20 metri. Lo stand più affollato è invece risultato quello di Ximian, complice una sceneggiatura da fitta giungla tropicale, con tanto di liane e scimmie tra il fogliame (tutto rigorosamente fasullo ma ben fatto). Né sono mancati gli stimolanti interventi dei guru dell’open source, dal solito Eric Raymond, il cui computer non ha voluto saperne di attivarsi, a John “maddog” Hall, presidente di Linux International, che ha raccomandato di evitare l’eccessivo stress da monitor dedicandosi alla coltivazione delle rose.

Le relazioni maggiori (key note speaker) hanno visto la presenza dei pesi massimi dell’industria, in primis William Swope, vice presidente del gruppo per l’architettura di Intel. Il quale non ha mancato di esaltare il ruolo dei server enterprise nel favorire la crescita e il potenziale del software open source. Aggiungendo che anche Intel, seguendo le orme di simili passi operati da IBM, mira a forme di collaborazione con programmatori open source onde spingere al limite le capacità di Linux. A proposito di IBM, il CEO Sam Palmisano è apparso più convinto che mai, ribadendo dal palco di LinuxWorld che “Linux è pronto per il vero business”. Ciò anche in replica alle ennesime dichiarazioni polemiche uscite da casa Microsoft, la quale appare però tuttora indecisa, vacillando tra posizioni che considerano Linux il sistema operativo più gonfiato oppure la maggiore minaccia a Windows. Da notare comunque, come ha ricordato qualcuno all’evento di New York, che negli ultimi sei mesi i sorgenti ultrasegreti dello stesso Windows sono stati resi disponibili a “centinaia di clienti importanti”.

Confermando l’impegno di IBM per spingere al massimo Linux sulla fascia dei server high-end e dei mainframe, a partire dalla nuova linea di sistemi eServer, Palmisano ha poi sottolineato come stavolta la sua azienda non voglia faresi cogliere impreparata: “Siamo arrivati tardi sul client-server e su Internet, ma nient’affatto su Linux”. Tra i grandi dell’industria, va infine messa in luce l’ultima uscita di Sun che in separata sede ha diffuso una versione di Java per piccoli gadget che gira su Linux. Nota col nome di “connected device configuration” tale versione è progettata per set-top box, computer per automobili e server casalinghi, operanti anche via Internet.

Proprio la crescente popolarità di Linux nel settore dei piccoli dispositivi porta i maggiori distributori ad ampliare l’offerta di servizi di supporto. Non a caso secondo IDC entro i prossimi quattro anni questi ultimi cresceranno di circa 10 volte raggiungendo il fatturato di circa 285 milioni di dollari. Ciò soprattutto per l’ampliamento esponenziale del mercato europeo ed asiatico. Pur se in termini assoluti il valore è ancora piccolo, la crescita di tali servizi appare assai rapida, con forti richieste in arrivo da grandi imprese e aziende non specificamente di ambito tecnologico. Ecco quindi che VA Linux Systems ha deciso l’espansione dei servizi professionali offerti, in particolare per quelle società interessate a costruire la propria infrastruttura su Internet ricorrendo a server che girano su Linux. Nello specifico, si tratta di assistenza su scelta dei dispositivi d’archivio, email e affini, software per la gestione di server web numerosi e di ampia portata. Al contempo VA Linux ha avviato dei servizi aggiuntivi per il proprio pacchetto di e-commerce denominato Symphero.

Sulla medesima scia va situandosi Red Hat, il cui Network va considerato come “una tecnologia dal valore incredibile per il fatto che capiamo appieno Linux e sappiamo dove sta andando,” dichiara spavaldo Bob Young, chairman del maggior distributore Linux. Una posizione leader che sembra garantire la maggior diffusione anche per quanto concerne i servizi, con annesse quote di abbonamento annuale, pur essendo del medesimo livello di quelli offerti tra gli altri da Caldera e Linuxcare. Senza dimenticare infine che accordi più o meno in via di definizione con società quali Compaq, IBM, Hewlett-Packard e Dell permetteranno a Red Hat di penetrare più a fondo nel mondo delle grandi corporation. E se il futuro di Linux sembra vieppiù legato all’offerta personalizzata di servizi e assistenza, ciò non potrà non avere ricadute positive a tutto campo.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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