Panic Software, azienda di software nella zona di Portland nell’Oregon, aveva nel 2010 il problema dell’uscita dei programmatori a fine giornata: gli orari (e i ritardi) critici dei mezzi pubblici facevano sprecare tempo e produttività.
Hanno risolto con una app di lettura e visualizzazione dei dati di percorso dei mezzi resi accessibili dall’azienda trasporti locale, da cui è nato anche un prodotto commerciale di utilizzo generale dopo che l’idea si è rapidamente evoluta:
…è diventata un centro smistamento di tutti i tipi di informazione interna […] posta in attesa, stato dei progetti, fatturato aziendale, messaggi Twitter dei dipendenti e di chiunque scriva a @panic.
Il 5 novembre scorso Oona Räisänen, hacker autodidatta, ha captato un flusso dati in viaggio a sedici chilobit per secondo sulla frequenza dei 76 chilohertz. Diciotto giorni a coniugare informazioni note con lavoro di ingegneria inversa e ha decifrato il codice di trasmissione dati verso i pannelli informativi nelle stazioni bus di Helsinki. Lo scopo:
Chi non vorrebbe a casa propria un ripetitore personale di informazioni che mostra esattamente il momento giusto per uscire?
Due storie a tema che condensano cambiamenti in atto: connubî innovativi tra hardware e software a livello domestico (di cui scrive regolarmente Paolo Capobussi), l’immenso potenziale insito nella libertà di circolazione dei dati, l’apertura alla consultazione dei dati stessi (ovviamente diversa dalla loro tutela contro manipolazioni illecite). Da comprendere e fare propri in qualsiasi settore lavorativo.