Comprare un capo d’abbigliamento senza provarlo non è certamente la soluzione ottimale e in questa prospettiva si intravede un futuro digitale soltanto per quelle marche che distribuiscono prodotti molto standardizzati e affermati. Come potrebbero essere i Levis piuttosto che le Lacoste. Articoli noti nei colori, nelle taglie, nei modelli.
Anche se Nielsen//NetRatings aveva attestato una crescita del settore abbigliamento on line, una recente indagine di Mainspring rileva che l’82 % degli shoppers on line non ha mai acquistato un vestito su Internet. Il 60% ha sottolineato che l’impossibilità a verificare e provare direttamente l’articolo dissuade dall’acquisto.
E fino ad ora non sono servite le strategie studiate per migliorare l’esperienza di acquisto dell’utente, come ad esempio l’idea messa in pratica da Boo.com (il cui corso economico è noto) di creare un ambiente 3D virtuale in cui visionare il capo indossato e non semplicemente fotografato.
Anche il livello di customer service offerto da molti siti non è ancora all’altezza delle esigenze della clientela e tanto meno hanno raggiunto risultati significativi i vari esperimenti di agenti intelligenti – commessi virtuali.