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Non avrai altro Arduino

05 Marzo 2015

Non avrai altro Arduino

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Arduino contro se stesso, in un gioco di partecipazioni e cause internazionali da far rabbrividire ogni spirito libero, e ingenuo.

Nelle famiglie open source è difficile lavare i panni sporchi senza globalizzare il candeggio. Arduino, icona di libertà creativa, si scopre appesantita da pesanti litigi che uno spirito libero e creativo avrebbe mai voluto vedere.

La situazione, se fosse chiara, non avrebbe bisogno di cause intentate sia in Massachusetts che nella nazionale Torino. Tutto ruota attorno all’uso del marchio, e non è difficile capire che chi dovesse appropriarsene in via esclusiva si troverebbe in mano un pozzo di risorse che ricorda molto l’avventura di Apple ai suoi primordi.

Ciò che fa male vedere sono i volti dei contendenti, quasi tutti originariamente coinvolti nel progetto iniziale e quindi, si potrebbe dedurre, ex amici. Inutile che ne approfondiamo i complessi termini, in questa sede. Sia sufficiente fare un salto ai siti arduino.cc e arduino.org, che specularmente presentano lo stesso mondo, le stesse schede, la stessa apparente passione, pur essendo di due società diverse.

Robot con pistola ad acqua

Fate robot, non fate la guerra.

Il primo che fa capo alla svizzera Arduino SA, con Massimo Banzi in testa, e il secondo che promana dalla neonata Arduino srl, sostitutiva della Smart Projects, fabbrica italiana delle schede. Alla cui guida è ora Federico Musto, che si unì al gruppo Arduino circa tre anni fa con l’esperienza Linux necessaria alla creazione della scheda Yún, la promettente piattaforma (Arduino, ma quale Arduino?) che per gli appassionati si trova a competere direttamente con la stratosferica diffusione di Raspberry Pi.

In realtà le singole società qui citate sono solamente la punta di un iceberg più articolato, con coinvolgimenti di altre etichette e con compartecipazioni incrociate che daranno sicuro filo da torcere ai giudici chiamati a diramare la matassa. C’è stata questa affermazione affidata all’Ansa il 9 febbraio da parte di Musto:

Da oggi la realtà industriale che era il gruppo Arduino cambia perché il mercato dei ‘makers’ non è più quello che era ai tempi del bar di Ivrea e sulla scena ci sono in gioco oggi player importanti come Intel e altri colossi internazionali. Noi rimaniamo fedeli a ciò che siamo stati sin dall’inizio, una società che produce software e hardware open source, ma è necessario avere una dimensione internazionale che sia in grado interagire con questi gruppi.

Un siluro non ignorabile dal team di Banzi, che effettivamente è l’icona universalmente associata al mondo Arduino, la cui risposta è stata immediata, come riportato da RaiNews:

Arduino comunica che tali notizie sono del tutto prive di fondamento. Infatti, il signor Musto si riferisce a meri cambiamenti relativi ad una o più società le cui attività sono a lui direttamente o indirettamente afferenti e totalmente indipendenti da Arduino. In particolare, una di esse ha mutato pochi mesi fa il proprio nome in Arduino Srl senza alcun autorizzazione e accordo con Arduino.

Un bel pasticcio, che rimarrà nella storia della tecnologia italiana come uno sfregio all’immaginario collettivo, dove facilmente si associa ai progetti di successo nati dall’ingegno ai limiti dell’ingenuo un futuro fatto di sola felicità. Cosa che i soldi, come tutti sappiamo, difficilmente realizzano. Ma indubbiamente aiutano, secondo quanto i giudici vorranno stabilire.

PONGuino

La partita è tutta da giocare (lab.synoptix.net).

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