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No ai brevetti & FSF Europe

04 Dicembre 2000

No ai brevetti & FSF Europe

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Aggiornamenti e iniziative sul fronte open source europeo.
  1. Tutelare l’Europa da un sistema di brevetti simile a quello statunitense che andrebbe contro lo sviluppo del software open source e contro i produttori indipendenti e l’autonomia dell’e-commerce europeo.
  2. Favorire la promozione di software europeo per Linux e open source.

Questi gli obiettivi dichiarati della EuroLinux Alliance for a Free Information Infrastructure, una serie di entità commerciali e non-profit riunitesi a tutela e promozione di una “vigorosa cultura europea del software” basata su Open Standard, Open Competition and Open Source Software come Linux. A corollario, la maggiore iniziativa in corso da parte della EuroLinux Alliance rimane la campagna per i freepatents, centrata sulla non brevettabilità del software a tutela dell’innovazione e della competitività nel mercato europeo. Mentre partner e sponsor dell’organizzazione si sono impegnati a sviluppare e vendere software sotto licenze gratuite, semi-gratuite e non gratuite per i vari sistemi operativi (GNU/Linux, MacOS, Windows).

La EuroLinux Alliance era balzata agli onori della cronaca nel giugno dello scorso anno come pronta risposta all’incontro parigino che vedeva i 20 stati europei riconosciuti nella convenzione di Monaco, appositamente riuniti per discutere la spinosa questione dei brevetti. O meglio, per cedere alle spinte d’oltreoceano verso una normativa tesa a legalizzare i brevetti sul software anche in Europa; come accaduto recentemente in Giappone. Grazie anche alla campagna popolare rapidamente avviata, alla fine era stata rinviata di un anno ogni decisione finale sull’articolo 52.2 della suddetta convenzione, dove si stabilisce che i programmi informatici non sono brevettabili in quanto tali.

L’intera questione è tornata alla ribalta nei giorni scorsi, con un comunicato diffuso il 29 novembre dall’European Patent Office a conclusione di nove giornate d’incontri dedicati alla revisione della European Patent Convention del 1973. Al di là del tipico linguaggio burocratese, il documento chiarisce l’accordo dei paesi europei nel “non depennare i programmi informatici dall’elenco delle invenzioni non-brevettabili.” In pratica, per almeno un altro anno tutto rimarrà immutato. E’ vero però che il comunicato chiude con l’urgenza di preparare un’ulteriore conferenza diplomatica per successive revisioni della convenzione in specifico riferimento ai brevetti sul software (e alle biotecnologie). Anche se al momento la “posizione legale esistente è invariata”, c’è quindi da attendersi nuovi attacchi alla libertà di innovazione. Rimane perciò sempre valido l’appello a far circolare e firmare la petizione stilata dalla EuroLinux Alliance, dove si preme tra l’altro sulle autorità europee affinché “ci si accerti che ogni nuova norma sui brevetti non provochi divieti o restrizioni nella disseminazione di programmi informatici e metodi intellettuali.”

In tale contesto acquista indubbia importanza l’altra notizia fresca in arrivo dal cosiddetto Vecchio Mondo, la quasi nascita della Free Software Foundation Europe. Partorita da quattro programmatori tedeschi, l’iniziativa conta di espandersi quanto prima in Francia, Gran Bretagna e Spagna per poi passare al resto d’Europa. Un processo in via di realizzazione anche grazie al supporto delle immancabili liste di discussione e informazione già attive nel sito. Ormai in dirittura d’arrivo, la FSF Europe seguirà fedelmente i passi dell’omonima iniziativa lanciata anni addietro da Richard Stallman, uno degli eroi dell’open source odierno. E al pari della FSF statunitense, anche la consorella europea “baserà le proprie attività intorno allo GNU Project, pur non limitandosi a questo”. Tra gli altri obiettivi dell’organizzazione rientra infatti la sarà quello di fornitura di manutenzione e servizi per il GNU Business Network attualmente in fase di crescente sviluppo.

Apprestandosi a porre le basi per divenire affidabile punto di riferimento per l’intera comunità dell’open source europea, FSF Europe chiarisce altresì che vuole evitare di creare l’ennesimo “gruppo scissionista” all’interno del movimento. Per evitare ciò, recita la dichiarazione d’intenti diffusa online, è “cruciale avere aderenti che conoscano bene tale movimento, le sue origini e gli obiettivi.” Non resta quindi che dar man forte ai programmatori tedeschi fondatori, i quali ribadiscono comunque di voler evitare le non rare frammentazioni della comunità open source: “la messa a punto del necessario livello di fiducia reciproca è un processo indubbiamente lento.”

Processo lento ma anche divertente, come ci ricorda proprio Mr. Linus Torvalds, con l’annuncio del prossimo arrivo della sua biografia, ovviamente intrecciata a doppio con le vicende che hanno dato i natali al del sistema operativo open source. Vicende del tutto fortuite, come suggerisce il titolo del volume è “Just For Fun: The Story of an Accidental Revolutionary”. Il libro, scritto in collaborazione con il giornalista David Diamond, è previsto in uscita negli Stati Uniti il primo maggio 2001 per HarperCollins, e c’è da scommettere che interesserà (e divertirà) parecchia gente.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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