Nel corso del convegno si è parlato di accessibilità a 360° gradi: accessibilità applicata alla domotica, al trasporto, alla telefonia mobile, al 3G, al Web e agli standard. Vi hanno partecipato 300 persone provenienti da tutto il mondo, venuti per assistere alle conferenze tenute dai massimi esperti del settore.
L’evento è stato organizzato da CEN, European Committee for Standardization, CENELEC, European Committee for Electrotechnical Standardization ed ETSI, European Telecommunications Standards Institute; con la partecipazione della Commissione Europea e dell’Efta, European Free Trade Association. Per due giorni, a Nizza, si sono incontrati tutti i protagonisti e gli esperti internazionali del settore, si è parlato solo ed esclusivamente, di accessibilità, ma in un modo nuovo.
Accessibilità come nuovo criterio progettuale universale, come cultura, come concetto super partes destinato a integrarsi in tutti gli aspetti della vita quotidiana in modo spontaneo ed efficace, migliorando la vita di ogni cittadino, semplificando le interazioni uomo-macchina, favorendo le prestazioni e le possibilità di comunicare, muoversi e interagire con gli altri e con l’ambiente circostante. Questo il messaggio riassuntivo di due giorni intensi di conferenze e interventi di altissimo livello.
Per la prima volta il centro delle discussioni non sono stati i disabili e le loro limitazioni, ma le tecnologie e le potenzialità che offrono per migliorare la qualità della vita. Un ribaltamento di prospettiva ancora forse poco proponibile in Italia, dove il fulcro della questione ancora non è lo sviluppo tecnologico, bensì il sostegno ai disabili e la ricerca delle modalità d’integrazione.
Siamo a uno step precedente e, forse, a un approccio all’accessibilità ancora immaturo, dove è difficile scalfire il binomio disabile-accessibilità e cancellare la stigmatizzazione che la nostra società ancora attribuisce a queste tematiche.
Di cosa si è parlato? Si è parlato molto di una “comunicazione totale”, ovvero di un 3G che abbraccia le esigenze di tutti gli utenti, in cui la telefonia diventa una risorsa insostituibile per la comunicazione e l’integrazione completa di tutti i cittadini. La tecnologia sarà presto in grado di offrire una gamma di servizi tali per cui nessuno potrà più considerarsi escluso o “disabile”, incapace di utilizzare le nuove tecnologie, perché la tecnologia sarà in grado di rispondere a qualsiasi esigenza di comunicazione e integrazione: il video, il testo, la voce ed il tatto saranno nuovi elementi di interazione, in modo da permettere uguali opportunità a tutti i cittadini. Anche un sordo potrà telefonare con un video telefono che converte la voce in testo o mostra il video con la comunicazione gestuale; e un cieco potrà inviare SMS grazie a nuovi dispositivi.
Il design incentrato sull’utente, nucleo e protagonista della rivoluzione tecnologica dell’accessibilità, raggiunge, così, la propria maturità, proponendo agli utenti una molteplicità di soluzioni per una massima semplicità d’uso e un’efficace integrazione e interazione.
L’altro concetto che è emerso con forza durante gli interventi dei relatori, è stata la necessità di definire degli standard e dei formati europei per migliorare l’applicazione e la diffusione delle nuove tecnologie accessibili, affinché la ricerca e lo sviluppo non vengano a scontrarsi e a essere ostacolati proprio da incompatibilità e punti di partenza sostanziali. La necessità che è stata sottolineata da più parti è di unire le ricerche e le forze al fine di ottenere un unico standard che favorisca lo sviluppo e la ricerca tecnologica.
I relatori del convegno sono stati personaggi di chiara fama internazionale, di seguito mi permetto di citarne qualcuno, senza nulla togliere a coloro che non appaiono in questa breve e tutt’altro che esaustiva, presentazione. Fra i nomi di spicco, Karl Heinz Rosenbrock, direttore generale dell’ETSI (European Telecommunications Standards Institute); Cynthia D. Waddell, ICDRI (US), una delle massime esperte del settore; Knut Nordby, Telenor (NO); Gottlobe Fabisch, segretario generale dell’ANEC – European Association for the Co-ordination of Consumer Representation in Standardisation (BE); John Gill, RNIB Royal National Institute for the Blind (UK); Georg Hongler, segretario generale al CEN; Prof. Hajime Yamada, Toyo University (JP); Loïc Martinez Normand, SIDAR Foundation (ES); con la partecipazione straordinaria del Commissario Europeo Liikanen per la chiusura dei lavori.
Un dato che decisamente merita una riflessione è la bassa partecipazione italiana: sebbene da mesi, finalmente, l’argomento stia raccogliendo l’attenzione dei mass media e dei politici, grazie anche all’Anno Europeo dei Disabili e nonostante la vicinanza geografica della sede del convegno, la partecipazione nazionale è stata davvero bassa, con soli quattro partecipanti, fra cui un commissario dell’Unione Europea, un imprenditore, un relatore e la sottoscritta. Molto più numerosi i partecipanti nipponici, statunitensi, britannici, spagnoli e di tutte le altre nazionalità.
Indubbiamente, coloro che non hanno potuto partecipare hanno perso una delle panoramiche e delle visioni sull’accessibilità più innovative e all’avanguardia, con scenari che, purtroppo, sono ancora molto lontani dalla realtà italiana.
La conferenza è ormai conclusa; è stata forse un’occasione mancata per molti professionisti: la speranza è che questa esperienza crei, almeno, il giusto interesse per un confronto produttivo ed efficace con il resto del mondo. Che è davvero più avanti.
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