Una buona notizia: Nimda, il terribile virus informatico che ha rovinato computer in mezzo mondo, sta perdendo di virulenza anche se continua la sua corsa attraverso la rete.
Le contromisure attuate dagli amministratori di rete e dagli utenti, secondo le notizie fornite da molte aziende informatiche specializzate nella sicurezza, stanno funzionando.
Secondo Computer Economics, un’azienda americana, le macchine infette nel mondo sarebbero circa 2 milioni e stima l’impatto economico del virus in 530 milioni di dollari, una cifra che potrebbe aumentare ancora di 200 milioni di dollari visto “il ritmo con cui il virus si propaga”.
Su queste cifre, però, non tutti sono d’accordo. Secondo altre società specializzate in questo campo, queste stime sono state considerate “totalmente di fantasia”, perché è semplicemente impossibile fare calcoli di costi realistici.
“È possibile rischiare una cifra per il numero di ore di lavoro degli ingegneri di sistemi impegnati a pulire i server delle imprese – spiegano da Trend Micro – ma come si può stimare seriamente il costo dell’indisponibilità dei servizi di commercio elettronico, o ancora i problemi di gestione globale delle aziende in cui numerosi servizi sono stati disorganizzati per ore?”.
Secondo gli specialisti del settore, Nimda sembra essere il frutto di un “bricolage” con software di generazione di virus accessibili facilmente su Internet anche da amatori e con una novità che rappresenta un nuovo modo di infezione: scaricandolo passando su siti Internet infetti.