Da oggi i consumatori hanno uno strumento di tutela in più nei confronti del commercio elettronico: le clausole vessatorie non possono essere più inserite nei contratti.
D’ora in poi le clausole contrattuali dovranno essere ben visibili in una apposita sezione del sito e non sintetizzate, a volte in maniera fuorviante, nelle FAQ (Frequently Asked Questions).
Se poi il consumatore ordinerà da un sito un chilo di mele o prosciutto, il peso alla consegna non potrà differire che del 10-20%. E ancora, se i prodotti ordinati non sono disponibili nessuno potrà sostituirli automaticamente con altri di pari valore.
Diritto di Recesso: per i consumatori è consentito e senza penali. Ma se a rinunciare è il fornitore, c’è l’obbligo di informare i consumatori.
Non siete a casa quando arriva la merce? Il fornitore deve ritentare la consegna o rimborsare il prezzo ricevuto. E se i prezzi cambiano deve essere prevista la possibilità, per il consumatore, di recedere dall’impegno di acquisto qualora il prezzo sia eccessivamente elevato rispetto a quello originario.
I consumatori possono fare riferimento al parere sulla conformità delle clausole contrattuali del commercio elettronico alla normativa vigente, reso dalla Commissione Clausole Vessatorie della Camera di commercio di Milano, che ha il compito di valutare l’eventuale presenza di clausole inique nei contratti fra professionisti e consumatori.
Il parere è stato comunicato alle imprese, che potranno adeguare i contratti e modificare le clausole ritenute vessatorie. Il mancato adeguamento ai nuovi parametri previsti, potrebbe tradursi in azioni inibitorie da parte della Camera di commercio.