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Niente androidi in Italia

14 Novembre 2007

Niente androidi in Italia

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Quel che si dice in Rete. Il concorso di Google precluso al nostro paese. Internet e i media, un rapporto ancora difficile. RIAA frena l'università

Android, ecco l’SDK. Arriva, come promesso, l’SDK Android, il sistema operativo Google per i cellulari. Ziokendo spiega come funziona e mostra un video diffuso da Mountain View. MelaBlog spiega che la piattaforma si baserà su Java e su una vecchia conoscenza degli utenti Apple. Google mette in palio 10 milioni di dollari per chi riuscirà a creare le applicazioni più innovative, e Pandemia spiega come l’Italia sia esclusa dalla competizione. Leeander riflette su come Android abbia tutte le carte in regola per cambiare il mercato dei cellulari, e su come le interfacce stiano già cambiando.

Internet contro i media. Stefano Quintarelli commenta una puntata di Porta a Porta, nella quale Bruno Vespa si dichiara spaventato dalla Rete, e considera le affermazioni del giornalista emblematiche dello stato del paese. La persona depressa non perde l’occasione per ironizzare e bacchettare i blog nostrani, mentre Fucinaweb osserva il saccheggio dei blog di alcuni protagonisti della cronaca. Proprio dalla cronaca parte Luca Sofri per una riflessione sul pubblico e sul privato.

RIAA contro l’università. Davide Casali commenta la decisione della RIAA di scagliarsi contro l’università americana, minacciando di togliere i sussidi federali se non verranno presi provvedimenti sul P2P.

Il search engine ti riconosce. Tiziano Fogliata racconta di Eyelaike, il primo motore di ricerca basato sul riconoscimento facciale.

Myspace poco sicuro. Exploit spiega le non indifferenti falle di MySpace partendo da un recente attacco hacker allo spazio di Alicia Keys.

Facebook? Lo odio. Antonio Tombolini spiega perché a lui Facebook proprio non piace. Per esempio, perché va contro all’idea stessa di Internet.

La piramide dei bisogni. Luca Mascaro si chiede come i social network possano inserirsi nella piramide dei bisogni di Maslow. La rete sociale diventerà un bisogno fisiologico?

Se quattro ore vi sembran poche. Luca De Biase parte da un libro che spiega come lavorare quattro ore alla settimana per riflettere sul lavoro always on e sulla biodiversità dei pensieri.

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