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Newham: un quartiere di Londra sotto stretta sorveglianza

04 Dicembre 2001

Newham: un quartiere di Londra sotto stretta sorveglianza

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Telecamere-spia ovunque, automobili multate a distanza: a Newham va di scena il futuro. E, nonostante tutto, non è rassicurante

Nel cuore di Newham, uno dei tanti quartieri di Londra, c’è un misterioso e occultatissimo centro di controllo. Le sue pareti sono ricoperte da schermi, sorvegliati da controllori in uniforme. Questi ultimi ispezionano a distanza 350 telecamere sparse per il quartiere, in grado di tenere d’occhio i passanti e, grazie allo zoom, di verificare in dettaglio le loro attività.

La situazione ricorda molto lo scenario orwelliano del Grande Fratello. L’intero quartiere è stato suddiviso come una scacchiera, con ciascuna casella controllata da una telecamera. Nulla sfugge dal campo visivo degli occhi elettronici e soprattutto dallo sguardo del capo della videosorveglianza, che conferma: “Non mi disturba che mi chiamino Grande Fratello. Quando Orwell scrisse 1984, non c’erano tanti crimini come oggi. La differenza sostanziale tra una videodittatura e il nostro sistema di sicurezza è che noi non nascondiamo nulla: vogliamo far sapere a tutti della presenza delle telecamere, in modo da prevenire il crimine”.

Essendo uno dei quartieri di Londra con il maggiore tasso di criminalità, Newham ha deciso, dal 1997, di adottare la drastica soluzione della videosorveglianza, iniziando la sperimentazione.
Agli inizi, nessun abitante di Newham avrebbe mai pensato che il sistema installato sarebbe diventato il non plus ultra della videosorveglianza, con investimenti miliardari. Le telecamere, infatti, sono collegate a un sistema informatico capace di riconoscere nella folla la faccia di un criminale ricercato.

Sorvegliati speciali

L’amministrazione comunale afferma di aver installato, grazie alle telecamere, un sistema computerizzato di riconoscimento e identificazione dei ricercati e dei criminali comuni con un margine d’errore di 1 su 50. Se la somiglianza tra l’immagine ripresa e quella del criminale è convalidata, il controllore municipale informa la polizia locale. Pare che il sistema funzioni, visto che il sindaco di Newham afferma che, dopo l’istallazione delle telecamere, nel 1998 il tasso di criminalità nelle zone coperte dalla videosorveglianza si è ridotto del 34%, ma si è limitato a fornire dati e non a mostrare esempi reali.

Intanto, sono pronte altre applicazioni. Uno dei computer della sala di controllo è programmato per localizzare le auto ricercate. Riceve le immagini provenienti da una telecamera puntata su uno degli assi stradali più importanti e confronta le targhe che sfilano sullo schermo con quelle dei veicoli rubati. A Newham hanno anche i cyber vigili urbani, che zoomano con le telecamere sui veicoli che restano in sosta vietata per più di un minuto ed emettono multe a decine: in pratica tolleranza zero nei confronti dei trasgressori del divieto di sosta. La gente, entusiasta per l’uso anticrimine delle telecamere, sembra un po’ meno felice di questa invenzione.

Secondini elettronici e prigioni poco affollate

L’ansia di controllo di Newham si è spinta più lontano: la città, insieme alla polizia locale, ha inaugurato un sistema di controllo dei giovani criminali, sovvenzionato dal ministero degli Interni.
Robert, dodici anni, figura tra i primi “arruolati”. È un “criminale recidivo”, condannato a una pena detentiva abbastanza lunga. Piuttosto che restare in prigione, ha accettato di portare una cavigliera a frequenza radio. Con questa può andare dove gli pare, ma deve rientrare a casa la sera a una certa ora, dove resta per la notte. Se viola gli arresti domiciliari notturni, lasciando la casa, la cavigliera elettronica informa la polizia in tempo reale. Questa dispone di foto segnaletiche di Robert, in modo tale che non sia possibile perdere traccia del ragazzo. Al di fuori di questa prigione virtuale, Robert passa venticinque ore ogni settimana con psicologi e assistenti sociali, in un programma di riabilitazione sociale.

Entro poco tempo una cinquantina di adolescenti (tra i 10 e i 17 anni) dovrebbero ritrovarsi nelle stesse condizioni di Robert. Con questa operazione le autorità sperano di far diminuire il tasso di recidiva dei delinquenti minorili del 5%. Meglio di niente.

La mania della videosorveglianza, comunque, sembra dilagare ben oltre Newham. I comuni limitrofi, preoccupati dallo spostamento del crimine verso il loro territorio proprio in seguito alle rigide misure adottate dal Grande Fratello di Newham, hanno deciso di installare a loro volta sistemi di sorveglianza elettronica per impedire il tanto temuto “sconfinamento” dei criminali.

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