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New economy: crisi, ma non per tutti

23 Aprile 2001

New economy: crisi, ma non per tutti

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Mentre molte delle aziende della new economy cadono come mosche sotto i colpi della crisi economica e finanziaria del mercato americano, tre giganti del settore presentano conti in attivo e …

Mentre molte delle aziende della new economy cadono come mosche sotto i colpi della crisi economica e finanziaria del mercato americano, tre giganti del settore presentano conti in attivo e con buoni risultati: Microsoft, Apple e AOL-Time Warner.

Iniziamo da Microsoft, che supera le previsioni degli analisti con un risultato netto di 2,45 miliardi di dollari e guadagni per 6,465 miliardi di dollari, superando del 14 % i risultati del primo trimestre del 2000 e del 5 % le previsioni.

Risultati che l’azienda di Redmond dichiara buoni in tutti i campi e che sono superiori alle stesse aspettative dell’impresa. Un successo, guidato dal buon risultato di Windows 2000 pro e dalla crescente domanda per i prodotti del.NET Enterprise Server.

Per il futuro l’azienda e ottimista e si aspetta un periodo più cauto a causa del rallentamento del settore.

Anche la concorrenza, però, mostra segni di soddisfazione. Apple, per esempio, ha attraversato un periodo difficoltoso, dovuto ai cattivi risultati di Cube che avevano portato l’azienda sul rosso con una perdita di 247 milioni di dollari.

Con gli ultimi due prodotti, invece, la linea ha invertito direzione: il Titanium G4, computer portatile di alta gamma, è stato venduto in 115 mila esemplari in meno di tre mesi. Un successo. Così come il nuovo sistema operativo OS X che nella prima settimana sul mercato ha venduto 150 mila esemplari.

Risultati, questi, che portano Apple ad avere nel primo trimestre di quest’anno 43 milioni di dollari di profitti. Meno dello stesso periodo dell’anno scorso, ma un segnale di ottimismo per l’azienda di Steve Jobs.

AOL-Time Warner, che si muove in un campo diverso ma non meno difficoltoso, rende pubblici bilanci eccellenti per risultati, migliori rispetto alle previsioni con un 9 % di aumento sul volume d’affari rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.

Soprattutto nel campo delle rendite pubblicitarie, settore che ha provocato la chiusura di centinaia di aziende e che invece ha dato ben 2,1 miliardi di dollari ad AOL (una crescita di circa il 10 % in rapporto al primo trimestre del 2000).

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