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Netomat, il primo browser concettuale

20 Luglio 1999

Netomat, il primo browser concettuale

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Un artista newyorchese ha messo a punto il primo browser concettuale, che non visualizza "pedestremente" ciò che si trova sulle pagine Web.

Se la navigazione in Internet ogni tanto vi annoia, se avete la sensazione che i siti Web siano ormai diventati un po’ tutti uguali, la soluzione al vostro problema viene da un artista concettuale di New York, Maciej Wisniewski, che ha creato un nuovo modo di concepire l’esplorazione del Web e per farlo ha sviluppato anche un nuovo tipo di browser, il browser concettuale.

Il programma – battezzato Netomat e che si può scaricare liberamente dal sito di Maciej Wisniewski – funziona in modo non-lineare, cioè non mostra all’utilizzatore esattamente quello che c’è nei siti Web, ma realizza un collage concettuale a partire dalle parole chiave, dai concetti che l’utente ha inserito per avviare la navigazione.

Per utilizzare Netomat non si deve prendere in mano il mouse e cliccare sui link, ma tornare alla buona, vecchia tastiera e rimettersi a scrivere. Solo dopo aver inserito i termini desiderati il browser concettuale si metterà ad esplorare il Web alla ricerca di testi, immagini, suoni e quant’altro, per restituirli all’utilizzatore tramite un’interfaccia finale creata alla bisogna dal programma e che nulla avrà a che vedere con quella proposta sui siti originali.

L’idea di tornare alla tastiera, alla parola, ai concetti è l’aspetto più interessante del browser messo a punto da Maciej Wisniewski. La navigazione su Internet, infatti, rischia di diventare sempre più acefala, sempre più simile allo zapping televisivo: un susseguirsi si clic, del mouse o del telecomando poco importa, che non richiedono più alcuno sforzo di pensiero. Si guarda una pagina con lo stesso atteggiamento col quale si osserva un programma e in base ad uno stimolo qualsiasi, in genere alla noia, si passa ad un altro programma, ad un altro sito.

I link, peraltro, un tempo rigorosamente testuali, oggi sono in buona parte foto, disegni, immagini di varia natura per una navigazione analfabeta che ben presto potrebbe svolgersi con il solo ausilio della parola (il riconoscimento vocale ha fatto progressi straordinari ultimamente) per la felicità di tutti quelli che ormai trovano faticoso e complicato avventurarsi nei misteri della scrittura. Così anche la Rete potrà essere tranquillamente invasa da quiz diabolicamente dementi sul modello televisivo.

Il browser concettuale propone l’utilizzo delle rappresentazioni mentali come strumento primario per l’esplorazione della Rete. In definitiva obbliga l’utilizzatore a pensare, ad avere delle idee. “La navigazione tradizionale – spiega Macie Wisniewski, per anni sviluppatore software alla IBM – si basa colla metafora della pagina, per me questa non è che una pista; ci sono altri modi di accedere e di interagire con le informazioni disponibili sul Web”.

Si tratta, in effetti, più che una semplice alternativa d’interfaccia, di un nuovo approccio all’uso della Rete. Netomat è il capostipite di una nuova generazione di non-browser in grado di interagire realmente con l’informazione presente su Internet. Il suo creatore ha già annunciato di voler rendere pubblico il codice sorgente del programma, una scelta perfettamente in linea, oltre che con le nuove attitudini dell’arte contemporanea, anche con il movimento Open Source, che auspica una più libera circolazione del software.

Certamente, però, l’operazione più interessante è quella dell’utilizzo dell’informatica per la realizzazione di opere d’arte. Maciej Wisniewski, da questo punto di vista non ha dubbi. Alla domanda “Qual è la forma più pura di creazione contemporanea?” ha risposto: “La programmazione. Il software è arte”.

Il sito di Maciej Wisniewski dal quale scaricare Netomat:
http://www.netomat.net/

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