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Nel GNOME dell’open

20 Novembre 2014

Nel GNOME dell’open

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Braccio di ferro tra una fondazione squattrinata e un marchio commerciale aggressivo. Il vincitore è…

Avete mai pensato di comprare un set di gnomi da giardino? Magari su Groupon, sfruttando una superofferta? Quanti seguono l’open source sanno però che forse questo non è l’unico collegamento tra Groupon e gnomi.

Mi riferisco a una strana vicenda riguardante la tutela del marchio GNOME (scritto sempre tutto maiuscolo), ormai da 17 anni utilizzato da un noto progetto di software libero che ha portato alla realizzazione di uno degli ambienti grafici più amati del mondo GNU/Linux.

Groupon ha annunciato lo scorso maggio il rilascio di una piattaforma tablet based per il commercio elettronico, chiamandola appunto Gnome e apponendovi chiaramente l’acronimo TM, che indica appunto l’intenzione di esercitare su quel nome dei diritti di marchio. Scelta abbastanza azzardata (o forse volutamente azzardata) dato che il campo d’azione su cui agisce questo marchio si interseca in modo consistente con quello precedentemente registrato da GNOME Foundation.

Dopo una serie di falliti tentativi privati di ricomposizione bonaria della controversia, la Foundation ha dovuto scegliere la strada dell’azione legale per tutelare il proprio marchio e per evitare che si creasse confusione in un mercato già molto competitivo come quello dell’information technology. Ma gli avvocati specializzati in proprietà industriale costano cari (come cerco di spiegare ai miei clienti) e le spese legali per avviare la causa in modo efficace sono state stimate in circa 80 mila dollari.

Come può un ente non-profit reperire questi soldi senza pesanti ripercussioni sulle proprie iniziative e sullo sviluppo dei propri prodotti? La scelta è stata appellarsi alla generosità della community e di chiunque volesse sostenere la causa, con il lancio l’11 novembre di una campagna mirata alla raccolta di donazioni e alla mobilitazione contro Groupon.

Beh, ancor prima del previsto è arrivato il lieto fine. Ancora più lieto di quanto si potesse immaginare.

La questione è risolta! Grazie per tutto il supporto che ci avete offerto. La risposta a questa campagna è stata travolgente, con 5.622 singoli contributori che hanno donato un totale di 102.608,76 dollari per aiutare la GNOME Foundation a difendere il suo marchio. Come effetto della campagna, Groupon ha infatti deciso di abbandonare tutte le loro 28 domande di marchio pendenti e procederà ad un cambio di nome per il loro prodotto. Non ci saremmo mai riusciti senza il vostro aiuto!

Questo è ciò che si legge ora sulla pagina ufficiale della campagna. Possiamo parlare davvero di un lietissimo fine, dato che sono stati raccolti ben 22 mila dollari in più rispetto all’obiettivo e che il clamore mediatico ottenuto con la campagna è bastato a far riflettere Groupon sulla sua scelta. Quei soldi donati potranno essere utilizzati da GNOME per realizzare nuovi progetti e iniziative. Potenza della community. Un velo pietoso, invece, sulla figura fatta da Groupon.

Il testo di questo articolo è sotto licenza Creative Commons Attribution – Share Alike 4.0.

L'autore

  • Simone Aliprandi
    Simone Aliprandi è un avvocato che si occupa di consulenza, ricerca e formazione nel campo del diritto d’autore e più in generale del diritto dell’ICT. Responsabile del progetto copyleft-italia.it, è membro del network Array e collabora come docente con alcuni istituti universitari. Ha pubblicato articoli e libri sul mondo delle tecnologie open e della cultura libera, rilasciando tutte le sue opere con licenze di tipo copyleft.

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