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Nei prossimi 12 mesi un potente attacco informatico contro gli USA

28 Giugno 2002

Nei prossimi 12 mesi un potente attacco informatico contro gli USA

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Continuano le voci di allarmi per possibili attentati contro gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali, alimentate anche da esponenti di governo di vari paesi. Una catastrofe annunciata, senza …

Continuano le voci di allarmi per possibili attentati contro gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali, alimentate anche da esponenti di governo di vari paesi. Una catastrofe annunciata, senza sapere, dove, come e da parte di chi: un clima di paura che si fa anche strada sulla Rete. Anzi è proprio la rete ad essere ritenuta una degli strumenti deboli di un possibile attacco al sistema.

Lo dice un sondaggio (con un panel formato da professionisti delle nuove tecnologie) realizzato dall’istituto Ipsos: il governo americano rischia “un cyberattacco massiccio” di fronte al quale pochi agenti federale sono preparati.

Il 49 % degli specialisti interpellati pensa che un attacco di questo genere sia probabile nei prossimi 12 mesi, mentre un terzo di loro pensa che sia “estremamente probabile”.
Ora, su che basi gli esperti predicano questa catastrofe non è noto. Intuizione? Tracce comparse in Rete? Soffiate dal mondo underground informatico? Non si sa: tutti urlano al lupo.

La stessa domanda è stata posta anche ai responsabili specializzati in sicurezza elettronica, soprattutto tra i responsabili dei sistemi di sicurezza delle reti di computer e di Internet presso le società.
Ebbene, tra di loro il 59 % pensa che un attacco massiccio contro agenzie federali è probabile nei prossimi 12 mesi. “Una cosa che fa riflettere”, ha subito dichiarato Robert Holleyman, pdg dell’Alleanza dei software professionali (BSA), organizzazione che ha commissionato il sondaggio.

“Ancora più allarmante – ha continuato Holleyman – il 90 % di questi professionisti pensa che i rischi di un tale attacco sono identici o superiori dopo l’11 settembre”.
Il 72 % degli interpellati pensa che ci sia un “gap” tra la minaccia di un cyberattacco e il grado di preparazione degli agenti federali che dovrebbero fargli fronte.

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