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Nazioni contro aziende

22 Ottobre 2014

Nazioni contro aziende

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Scoppiano scintille tra le autorità che governano e quelle autoproclamate sui mercati da esse creati. Sono solo avvisaglie.

Accennavo brevemente quest’estate all’idea di stati-corporation che operano trasversalmente alle nazioni, svuotano le nazioni stesse di significato, sottraggono loro i mercati e corrodono i confini dei mercati protetti dalle autorità locali.
A rileggere frasi come nella nazione virtuale di Amazon vige la libera circolazione delle merci e l’autenticazione a due fattori sostituisce la carta di identità mi pareva che il ragionamento fosse interessante e però ai limiti della forzatura. Se non fosse che passano i mesi e si possono contare diverse notizie che sembrano ricadere esattamente in questo quadro. L’ultimissima è l’attacco cinese contro iCloud:

È chiaramente un’azione mirata a ottenere nomi utente e password e di conseguenza tutti i dati immagazzinati su iCloud come iMessage, foto, contatti eccetera […] Mentre gli attacchi contro Google e Yahoo permettevano alle autorità di spiare le informazioni che i cinesi cercavano sulle due piattaforme, questo è diverso. Se vengono ignorati gli avvisi di sicurezza e si inseriscono le coordinate di accesso, esse divengono note alle autorità cinesi.

Sarebbe un errore rubricare l’accaduto sotto la sola voce sicurezza & privacy. La dimensione dispotica della Cina funziona semmai da amplificatore e permette di cogliere tensioni presenti anche dove i governi sono (più) democratici e non è (ancora) possibile per le autorità intervenire in modo puramente muscolare.
Chiamiamola pure forzatura e proviamo comunque a svilupparla. Se l’autenticazione a due fattori diventa simbolicamente una nuova carta di identità e la popolazione di uno stato aderisce in massa, il governo convenzionale la vede come una spinta secessionista o eversiva. E risponde, come per esempio i cinesi. La minaccia a volte è ideologica, a volte materiale: imporre un dazio in dogana a merci come app o servizi cloud, è impossibile.
Il Primo ministro finlandese ha indicato tra il serio e il faceto a CNBC Apple come responsabile parziale del difficile momento economico che sta attraversando lo Stato scandinavo:

Ritengo si possa affermare un poco paradossalmente che iPhone ha ucciso Nokia e iPad ha ammazzato l’industria cartaria finlandese, ma in ogni caso ci riprenderemo.

Anche solo quattro anni fa, la notizia di BlackBerry sotto indagine in India (e Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti) per via della inaccessibilità del governo alla posta elettronica dei cittadini suonava semplicemente come problema di sicurezza nazionale. I numeri erano piccoli.
Oggi Google può provocare contraccolpi economici e politici, se distribuisce servizi a un miliardo e passa di androidiani a prescindere da frontiere e accordi di interscambio. Qualche governo coinvolto reagirà. Prima o poi nascerà un casus belli e vedremo uno Stato-nazione muovere guerra (naturalmente non in senso militare) a uno stato-azienda 2.0. Sembra esagerato? Può darsi. Su la mano chi ha previsto prima del 2009 il conflitto tra Uber e tassisti. In superficie appare un conflitto tra interessi. Nel profondo è un braccio di ferro globale tra una minuscola multinazionale e minuscole municipalità, su chi decida le regole.

L'autore

  • Lucio Bragagnolo
    Lucio Bragagnolo è giornalista, divulgatore, produttore di contenuti, consulente in comunicazione e media. Si occupa di mondo Apple, informatica e nuove tecnologie con entusiasmo crescente. Nel tempo libero gioca di ruolo, legge, balbetta Lisp e pratica sport di squadra. È sposato felicemente con Stefania e padre apprendista di Lidia e Nive.

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