Pagine, pagine, pagine. Quante saranno le pagine Web realizzate da quando è nato il www, fino ad oggi? Che fine hanno fatto, quelle che raccontavano storie personali e quelle che riassumevano pezzi di storia di tutto il mondo?
Forse si potranno ritrovare all’interno della più grandi biblioteca di siti Internet che ha aperto le sue “porte ” pochi giorni fa e che offre agli utenti della rete circa 10 miliardi di pagine.
Una biblioteca ha anche un nome e i suoi creatori l’hanno chiamata “Wayback Machine”, la “macchina a ritroso nel tempo”.
Opera di un imprenditore di San Francisco, Brewster Kahle, ha nei suoi archivi pazientemente raccolti più di cinque anni di campioni rappresentativi, sorprendenti o strampalati che siano.
Alcune di queste pagine conservate, a volte, potrebbero rivelarsi imbarazzanti per i loro autori.
La Reuters nel suo commento alla notizia, infatti, ne cita alcune estratte dal sito ufficiale della Casa Bianca di cinque anni fa, nelle quali l’allora presidente Bill Clinton chiosava sulla sicurezza negli aeroporti americani.
“Ordinerò che tutti gli impiegati degli aeroporti e delle compagnie aeree che hanno accesso alle zone di sicurezza siano oggetto di verifica in materia di precedenti penali e di impronte digitali.
Ordinerò che la FAA (l’aviazione civile federale) inizi a controllare tutte le borse dei passeggeri dei voli interni in alcuni aeroporti. E sono fiero di affermare che molte raccomandazioni della commissione saranno applicate immediatamente”.
Una bella chicca questa scoperta dall’agenzia stampa, anche con un po’ di cattiveria forse. Ma indica come un’operazione come questa della biblioteca di siti possa un giorno venire utile agli storici o a tutti quelli che vogliono rendersi conto di cosa si diceva e succedeva in quegli anni.
La biblioteca, però, può avere anche altri usi. Per esempio di tipo pratico, come ritrovare il manuale d’uso di un vecchio computer o di diletto, come ritrovare le pagine di vecchi siti Web porno di cui si sono perse le tracce.
“Se non conservate nessuna traccia dei contenuti digitali, spariranno – dice con una vena di tristezza Brewster Kahle – È come un’immensa collezione. Un omaggio al Web”.