Si può, non si può… la “netnovela” di Napster continua ad appassionare gli utenti e a stupirli con effetti… normali.
Dopo i proclami di blocco dei brani musicali protetti dai diritti d’autore con l’impegno a installare un filtro di blocco ai suddetti, non si vede segno di ostacoli sul sito.
La notizia dell’applicazione del filtro era stata data da David Boies, avvocato di Napster che annunciava, venerdì scorso, che il sito avrebbe provveduto a mettere in opera un sistema di filtraggio, in un ultimo sforzo di evitare la chiusura chiesta a gran voce dalle major discografiche.
Un filtro che avrebbe dovuto servire a Napster per bloccare lo scambio delle canzoni sottoposte a diritto d’autore che passano (da utente a utente) attraverso i suoi server.
Server su cui, secondo l’accusa, i 60 milioni di utenti si sono scambiati per due anni file musicali in formato mp3 gratuitamente, senza pagare i diritti.
David Boies aveva, però, chiesto alle case discografiche di fornire la lista dei cantanti e dei titoli di canzone sotto diritto d’autore.
Le major hanno nicchiato e si sono rifugiate dietro il concetto che avrebbe dovuto essere responsabilità di Napster e non loro identificare e bloccare gli scambi di musica in violazione delle leggi sulla proprietà intellettuale.
Uno scambio di accuse che continua anche dentro le aule di tribunale, dove nemici e difensori di Napster si scontrano duramente davanti al giudice federale Marylin Hall Patel che, per ora, non ha ancora preso posizione.