Napster dovrà continuare a filtrare gli scambi di musica sul suo sito per rispettare i diritti d’autore.
Nella sua sentenza, la Corte d’appello federale di San Francisco ha rigettato la richiesta di Napster di rivedere la questione davanti a un numero maggiore di giudici rispetto al primo appello.
La decisione chiude un’ulteriore via di azione legale per Napster e il sito, ormai, può solo più rivolgersi alla Corte suprema degli Stati Uniti.
L’associazione americana dell’industria discografica (RIAA) aveva sporto causa nel dicembre 1999 contro Napster, che permette agli utenti Internet di scambiare gratuitamente musica sotto forma di file, per violazione dei diritti d’autore.
Il 12 febbraio, la prima sentenza della Corte d’appello che dichiara che Napster “incoraggia e aiuta scientemente i suoi utenti a violare i diritti d’autore delle case discografiche”.
Un giudice federale, Marylin Patel ha subito ordinato il 6 marzo a Napster di bloccare l’accesso al suo sito a tutte le opere musicali protette dal diritto d’autore.
La nuova decisione “nette un termine a ogni questione sollevata da Napster a proposito della decisione precedente e afferma i diritti dei detentori dei copyright su Internet”, ha dichiarato Cary Sherman, avvocato della RIAA.
Il sito, oggi, soffre di calo di velocità e di audience dopo che ha installato filtri per bloccare gli scambi protetti dal diritto d’autore.
In maggio sono state scambiate (e scaricate) circa 360 milioni di canzoni, contro i 2,97 miliardi di brani musicali a febbraio, con un calo dell’87 %.