Napster ferma le macchine e tira i remi in barca, firmando di fatto la fine del lungo ed esaltante periodo di scambi gratuiti di musica.
Infatti, la chiusura è temporanea ed è dovuta ai problemi legati alla sua trasformazione in sistema a pagamento, come ha riportato un portavoce della società.
Un blocco “tecnico” che arriva dopo che il sito ha dovuto installare il sistema di filtri per i brani protetti dal diritto d’autore.
“il sistema di filtri non funziona correttamente – ha dichiarato il portavoce – e abbiamo dovuto chiudere il sito”. Chiusura che durerà fino a lunedì prossimo.
Napster, portata in giudizio dalle grandi multinazionali discografiche l’anno scorso per violazione del diritto d’autore permettendo ai suoi utenti di scaricare e scambiare gratuitamente musica, vive in cattive acque.
Acque che si sono ulteriormente agitate, dopo che il tribunale ha respinto l’appello a fine del mese scorso.
Ha dovuto, dunque, cedere e accettare alleanze che gli permetteranno di rientrare nella legalità e, però, di diventare a pagamento.
E così adesso può contare su un accordo con Aol Time Warner, Bertelsmann e EMI, che utilizzeranno il sito per proporre i loro cataloghi a pagamento.
Cedere o morire mangiato vivo dagli avvocati delle major del disco, una scelta oblbigata.