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MySQL: piccolo-grande fenomeno alla conquista dell’enterprise

22 Aprile 2003

MySQL: piccolo-grande fenomeno alla conquista dell’enterprise

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Il rampante successo del database open source confermato dalla versione 5.0 e dalla prima MySQL Users Conference & Expo in California

Quasi 30.000 download al giorno e oltre quattro milioni di utenti. Questi alcuni dei traguardi raggiunti a livello globale da MySQL, il database open source più popolare che ora va aprendosi un varco anche nell’ambito mainstream. La piccola azienda svedese che sviluppa e diffonde il software va infatti conquistando sempre più clienti in un mercato tradizionalmente dominato da pezzi da novanta quali Oracle, IBM, Microsoft e Sybase. E a conferma del rampante successo, ecco l’arrivo della versione 5.0 in contemporanea con la prima “users conference” in quel di San Josè, California.

Partendo da quest’ultimo evento, la MySQL Users Conference & Expo 2003 ha raccolto un migliaio di persone, di fronte ai quali il co-fondatore dell’omonima società ha illustrato lo scenario alla base di un tale successo. “Rispetto a quando abbiamo iniziato l’attività, otto anni fa, oggi siamo una vera e propria azienda”, ha detto David Axmark, aggiungendo una serie di cifre tra cui quelle di cui sopra nonché l’ampliamento della forza-lavoro: dai 20 impiegati di due anni or sono si è passati a 65 persone stipendiate, a tempo pieno e/o parziale.

Si è insomma dimostrato vincente il business model adottato per l’occasione: MySQL offre il download gratuito e anonimo del programma qualora vengano ridistribuite pubblicamente le eventuali modifiche, oppure a pagamento se si vogliono tenere private tali modifiche. Altre entrate arrivano altresì tramite l’offerta di servizi specifici, corsi di certificazioni, versioni personalizzate. Axmark ha aggiunto che secondo Google, MySQL.com attira quasi il doppio dei link per Oracle.com e le ricerche con il termine “MySQL” superano quelle di “Oracle”, anche se questo viene ovviamente usato anche per ricerche diverse dall’omonimo database. Inoltre, il download delle versioni di MySQL per Microsoft risulta tre-quattro volte superiore a quelle per Linux.

Non è certo un caso quindi che recentemente anche gli esperti abbiano puntato gli occhi su questo piccolo-grande fenomeno. Secondo un’indagine diffusa a marzo dall’agenzia Meta Group, MySQL potrebbe entrare nella rosa dei protagonisti del mercato dei database non appena riuscirà superare certe incertezze e confusioni tipiche del modello open source. “MySQL rappresenta il jolly di un mercato assai competitivo il cui valore supera i 12 miliardi di dollari”, si legge nel rapporto, spiegando come la strategia d’attacco sia basata sulla spinta propulsiva per l’adozione del software a livello imprenditoriale, grazie proprio alla combinazione di licenze open source e commerciali.

Ecco perciò la necessità di cicli di sviluppo più rapidi, con la lavorazione pressoché contemporanea di due versioni successive, la 4.1 e la 5.0. I file binari della prima sono stati diffusi la settimana scorsa, con release finale prevista per fine anno, mentre è stata già annunciata la 5.0 entro i sei mesi successivi. Questa versione verrà inoltre lanciata esplicitamente per il mercato enterprise, adottando gran parte delle funzioni presenti in MySQL 4.1, tra cui vanno notate la maggiore velocità per il ‘key caching’ e la possibilità di effettuare ricerche basate sui dati geografici. Altre opzioni critiche per l’adozione del database in grosse società e siti web riguardano il sistema automatico di avviso per gli amministratori nel caso di malfunzionamenti e le procedure che consentono la predisposizione di comandi per impieghi futuri.

Pur trattandosi di funzioni già disponibili nel software analogo dei grandi nomi del settore, MySQL promette di differenziarsi offrendo programmi più economici e open source, oltre garantendo un efficace supporto e la rapida sistemazione di ogni bug. “Anche le opzioni più esoteriche subiranno attente verifiche sul campo”, ha sottolineato Axmark nell’intervento introduttivo della Users Conference & Expo. “Sistemeremo ogni piccolo, stupido bug”. Anche se va aggiunto come alcuni sviluppatori abbiano già espresso perplessità sulla mossa dell’azienda di mirare troppo in alto. Gli appassionati più convinti come pure le piccole strutture temono cioè che la messa a punto di un unico prodotto MySQL mirato al grande business finisca per sacrificare quelle qualità di velocità ed efficienza che lo hanno portato al successo. E al momento MySQL non prevede di avviare versioni diverse del software, una per l’imprenditoria medio-piccola e l’altra per quella di alto livello.

È d’altronde noto come l’adozione di qualunque software “aperto” da parte delle grandi società USA, quelle incluse nell’elenco di Fortune 500, imponga ai sostenitori dell’open source di indossare abiti decisamente commerciali. Concetto questo ribadito nuovamente dai dirigenti high-tech intervenuti nella medesima conferenza di San Josè, a partire da Rick Cattell, vice CEO per il software di Sun, per il quale l’offerta di ottimi programmi non è di per sé garanzia di successo nel mercato big business. “I bilanci aziendali vanno diventando sempre più risicati,” ha spiegato Cattell, “e i dirigenti non adotteranno le ultime tecnologie open source finché non le vedranno supportate dai maggiori rivenditori”. Senza dimenticare di aggiungere la solita stoccata a livello finanziario: “Spingere l’open source come modello altruistico è positivo, ma il boss dell’azienda vuole anche fare dei soldi.” E concludendo con aperte lodi al successo di MySQL, visto qualche dissenso levatosi dalla platea: “Sun include già MySQL su alcune macchine Linux e stiamo valutando la strategia complessiva per il futuro… Siamo convinti sostenitori di MySQL, è davvero grande che riusciate a competere con Oracle”.

Comunque sia, il delfino procede convinto per la propria strada fidando sulle doti di velocità, intelligenza e simpatia. Proprio per questo il cetaceo è stato eletto a mascotte-simbolo di MySQL. E come ha aggiunto Axmark, i delfini sono soliti “raggrupparsi per far fuori gli squali”.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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