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MySap o TheirSap?

18 Gennaio 2000

MySap o TheirSap?

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La soluzione "totale" del Business to Business (B2B) targata Sap

Il mercato degli ERP (Enterprise Resource Planning) langue in questo periodo: troppi progetti aziendali lasciati a metà perché troppo complessi. In concomitanza con il cambio di anno pochi se la sentono di firmare contratti troppo impegnativi, meglio finire ciò che si è iniziato. Ed è così che, chi vende sul mercato tali costosi sistemi, deve aspettare la probabile ripresa di fine primavera per vedere i milioni di dollari di vendite di nuovi prodotti. E comunque non sarà più come prima, con la coda fuori la porta di quei clienti che bramano un’installazione.

Nel frattempo l’attenzione del mercato è mirata sui servizi professionali, sulla vendita di qualche add on, si segnala una tenuta del mercato Data Warehouse e un crescente interesse sui progetti Human Resource, il tutto mentre la Rete batte tutti i primati spinta dalla fame crescente di applicazioni, di idee, di start up con le relative IPO foriere di capital gain favolosi ed immediati.

A Waldorf, sede della SAP, si devono essere chiesti che cosa potevano fare per continuare l’idillio con vent’anni di crescita ininterrotta e hanno scoperto che i loro 12.000 clienti nel mondo, sono un certo patrimonio, una bella fetta del business mondiale. Di solito un’azienda fornitrice, quando ha un certo parco clienti, sviluppa lo Users Group, cioè favorisce la creazione di un organismo che fa aggregazione, condivisione di esperienze sul prodotto e quindi porta, se ben gestito, fidelizzazione e nuove vendite.

Sap è andata oltre, li vuol connettere tutti con un nuovo server Internet per favorire non solo le riunioni su R3 (cosa che per altro già esiste da tempo), ma addirittura il business connettendoli tutti (e non solo loro) in un unico mercato virtuale gestito da Sap stessa, sia a livello di transazioni sia, se l’utente vuole, a livello di gestione del back office.

Il messaggio è chiaro: Mysap è un facilitatore del business specie per le piccole e medie imprese poiché offre loro maggior visibilità e più integrazione nella catena della fornitura con le aziende maggiori, garantisce SAP.

La Rete offre sempre una possibilità in più di quelle a cui noi siamo abituati a pensare, è un confine in espansione, l’unico limite è la fantasia. La Sap ha quindi creato un portale (http://www.mysap.com) che esprime una serie di concetti tipici del mondo del business fra aziende, sia pur in una dimensione personale-professionale.
La dimensione aziendale è rappresentata da diverse componenti:

  • Una sorta di “pagine gialle” in cui sono recensite già alcune migliaia di aziende, e l’iscrizione è gratuita e soggetta al giudizio insindacabile dei tecnici di Sap
  • Un sistema di gestione completa delle transazioni sicuro e concordato fra le aziende
  • Un sistema di back office completo (R3) utilizzabile dai clienti in modalità ASP (Application Service Provider). Cioè i clienti usano un sistema gestionale “affittandolo” dal forrnitore e pagando solo per quello che realmente lo utilizzano

La parte personale-aziendale è rappresentata da componenti quali news, indirizzi personali ed è comunque personalizzabile.

È un’iniziativa volta a generare solo revenue? No, è di più, forse fin troppo anche per un’azienda delle dimensioni di Sap. La società tedesca punta a diventare uno dei punti di riferimento dell’interscambio tra aziende. Specie per quelle che, se vorranno aderire alla vetrina di Mysap.com, dovranno dare in gestione le proprie transazioni in Rete a qualcun altro. Scandaloso? Da grande fratello? No, Sap non è la prima e neanche l’ultima: Oracle e Intel ci sono già, tanto per citare due altri big (Microsoft opera su diversi fronti, Sap compreso, sempre a fianco, mai in primissima fila).

Quello che colpisce di Mysap.com è l’immagine complessiva, immagine coesa, almeno sulla carta, che deriva dalla conoscenza profonda di Sap dei processi di business aziendali. E la Rete ne fa oramai parte.
In questi mesi vedremo quindi altri tentativi totalizzanti dei fornitori per creare comunità di aziende o di consumatori per comunicare sempre meglio tra loro. È una battaglia senza risparmio di colpi.

L’offerta si sta polarizzando, almeno oggi, su due tipologie di compagnie: chi offre già sistemi gestionali e chi offre solo sistemi di trading. Mancano, secondo me, all’appello le banche. Ma probabilmente i loro modelli sono sempre meno orientati al trading B2B anche se almeno a livello di consulenza finanziaria si muovono con una certa disinvoltura.

Le banche perdono terreno sul terreno dell’intermediazione poiché poco reattive nei confronti del mondo che cambia ed è un peccato poiché hanno i conti correnti delle aziende, prestano denaro, “sanno”, ma non conoscono il business. Peggio per loro.

Avrà successo questa proposta così totalizzante? In USA ci sono state critiche sul modello troppo totalizzante, ma nessun appunto sulla proposta tecnologica che, se funziona, è destinata a fare diventare adulto il mercato delle ASP (Application Service Provider) fuori dalle applicazioni della Rete.

E in Italia? Enrico Negroni fa rotta decisamente verso il mercato PMI che non può certo permettersi R3, ma che così può avere a noleggio una completa infrastruttura e un trampolino verso un mercato mondiale: le pagine gialle mondiali del B2B. Ma gli italiani, si sa, vogliono fare di testa loro e non è detto che accettino questa proposta una volta capita la portata della Rete.

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